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Ilva, Invitalia sottoscrive l’aumento di capitale: primo passo verso la nazionalizzazione

by Filippo Burla
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Ilva

Roma, 14 apr – E’ stato sottoscritto oggi l’aumento di capitale da 400 milioni con il quale Invitalia entra nel capitale dell’ex Ilva di Taranto. Dopo un’attesa durata mesi, la società (controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze) perfeziona così l’accordo con ArcerlorMittal per il siderurgico tarantino. Il quale, dopo oltre un quarto di secolo – la privatizzazione risale al 1995 -, ritorna in mani pubbliche.

“L’operazione di co-investimento da parte di Invitalia in AM InvestCo Italy, secondo logiche, criteri e condizioni di mercato, ha una valenza di iniziativa strategica a sostegno delle imprese e dell’occupazione nel Mezzogiorno, al fine di rilanciare e riconvertire, in chiave “green” il sito siderurgico dell’Ilva, coerente con la strategia, governata dalla Commissione europea, di garantire all’Europa “zero emissioni” entro il 2050”, spiega Invitalia in una nota.

Ilva nazionalizzata entro maggio 2022

Al momento, in realtà, più che di nazionalizzazione è più corretto parlare di società a capitale misto. Con i 400 milioni versati, Invitalia avrà il 38% di Acciaierie d’Italia, il “veicolo” nel quale sarà presente anche il gruppo franco-indiano (ma di diritto lussemburghese).

La partecipazione di minoranza – che vale comunque metà dei diritti di voto – è però destinata a diventare di maggioranza. La data già segnata sul calendario è quella di maggio dell’anno prossimo: sarà allora che Invitalia procederà al secondo aumento di capitale (da 680 milioni) per far crescere il proprio peso fino al 60%. ArcelorMittal, da parte sua, con un investimento da 70 milioni conserverebbe il restante 40.

Si sblocca così l’intervento statale a sostegno dei destini del siderurgico. L’operazione Ilva giunge con qualche settimana di indugio, dato che Invitalia era chiamata a procedere entro lo scorso febbraio. Un ritardo che non ha però compromesso l’impianto messo a punto lo scorso autunno e al quale si era giunti dopo i pessimi risultati della gestione ArcelorMittal.

Filippo Burla

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