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Nasce ItalComp: ecco come sarà rilanciata la ex Embraco

by Salvatore Recupero
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Roma, 20 sett –  La fusione della ex Embraco e della Acc di Mel darà vita alla ItalComp. Finalmente una buona notizia per i lavoratori piemontesi. Negli stabilimenti della Ex Embraco si produrranno compressori, prevalentemente per la catena del freddo (quelli per i frigoriferi). Almeno questo è quanto prevede il piano presentato in prefettura a Torino dal sottosegretario allo Sviluppo economico, Alessandra Todde. Il compito è arduo anche perché ancora bruciano le ferite dei progetti falliti sul nascere. Ad esempio il caso Ventures.

Evitare un altro caso Ventures

In questi anni gli operai piemontesi hanno dovuto mandare giù troppi bocconi amari. Dopo la delocalizzazione in Slovacchia fatta dalla Whirlpool a giugno del 2018, il sito fu rilevato dalla Ventures per produrre robot per la pulizia dei pannelli solari e sistemi per la depurazione delle acque. I nuovi arrivati, appoggiati dal governo, ebbero sin dall’inizio grosse pretese: chiesero e ottennero la cassa integrazione straordinaria per 24 mesi, il “reingresso parziale” dei lavoratori e 20 milioni su un conto vincolato dagli ex proprietari per la riconversione. Purtroppo, dopo due anni riconversione rimase sulla carta, mentre la metà degli stanziamenti era già stata spesa dai dirigenti. I dipendenti rimasero senza stipendio e una parte di loro mangia grazie alla Caritas. Poi la questione finì in mano alla magistratura. Oggi, però le cose sembrano andare nel verso giusto.

Il nuovo progetto

Con ItalComp, i presupposti ci sono tutti: “La pandemia – sottolinea il sottosegretario Todde – ha modificato gli equilibri produttivi nel settore e ha fatto emergere una domanda di componenti da parte dei produttori che vogliono un player europeo, per accorciare le filiere ed emancipare gli operatori dagli unici due big player al mondo, in Cina e Giappone”.

ItalComp prevede la creazione di un polo europeo dei compressori per elettrodomestici tra Belluno e Torino. Insomma, non si pensa tanto a salvaguardare i posti di lavoro ma si vuole rilanciare l’industria italiana al di fuori dei nostri confini. Il piano industriale porta la firma di Maurizio Castro, commissario dell’azienda del Nord-Est ad oggi in amministrazione controllata.

L’operazione, sostenuta dall’onnipresente Invitalia, riguarda oltre 700 addetti tra Torino (400) e Belluno (300). L’investimento sarà cospicuo: si parte da 50 milioni entro il 2024 e la produzione a regime di 6 milioni di compressori all’anno destinati ai big del freddo in Europa, da Whirpool a Bosch, con motori realizzati a Riva di Chieri, sede della ex Embraco, e assemblati nella fabbrica di Mel, nel bellunese. Ovviamente siamo solo all’inizio. Nei prossimi mesi sarà necessario costruire un percorso che porti a una newco la ItalComp a partire da due realtà complesse dal punto di vista societario – la ex Embraco dichiarata fallita a giugno e la Acc in amministrazione straordinaria – e che coinvolga un gruppo di aziende private a sostegno del progetto.

La palla passa ai sindacati

Fondamentale nei prossimi mesi sarà il ruolo dei sindacati. Antonio Spera, Segretario Nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, presente all’incontro in cui è stato presentato il progetto, si è mostrato ottimista soprattutto per la presenza della mano pubblica: “Al nuovo progetto della nuova compagine societaria dovrebbe entrare anche Invitalia attraverso un fondo con una partecipazione pubblica. Il piano è importante, riteniamo di fare in fretta ma, ci riserviamo di dare giudizi nel prossimo incontro dove si entrerà nei veri dettagli dell’operazione”.

Più scettico Ciro Marino, segretario provinciale sempre dell’Ugl: “Ci auguriamo di non doverci ricredere come accaduto per il piano precedente, perché questo sarebbe l’ennesimo fallimento per il Governo e per noi parti sociali”. Il progetto è ambizioso si tratta non solo di riallocare i dipendenti licenziati ma di creare un polo italiano dei compressori. L’auspicio è che le parti in causa siano all’altezza del compito da svolgere: a Riva di Chieri, con ItalComp, non si gioca più sulla difensiva ma si punta a sfidare la concorrenza internazionale.

Salvatore Recupero

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