Roma, 26 apr – Dare un giudizio univoco sui bitcoin e sulle criptovalute in generale, al giorno d’oggi è un compito molto arduo. Si potrebbe affermare che la volatilità delle criptomonete vada di pari passo con quella delle opinioni che le riguardano. Non vi è dubbio che tra i più acerrimi nemici delle criptovalute vi sia la UE, le cui posizioni sono da sempre di allarme riguardo questo nuovo sistema monetario. Ciononostante, qualcosa sembra stia cambiando.
Un mese fa, una sentenza storica da parte della Corte di Amsterdam riguardante i bitcoin ha cambiato lo scenario europeo. È stato stabilito, infatti, durante una causa civile, che la criptovovaluta di Satoshi Nakamoto possiede le “caratteristiche di ricchezza”. Tutto nasce dalla causa sporta da un privato cittadino nei confronti di una società di mining privata. Il ricorrente chiedeva che la società gli corrispondesse 0,591 Btc come da contratto stipulato. I giudici, hanno stabilito che il “bitcoin esiste, da una serie unica di numeri e lettere crittografati digitalmente e memorizzati sul disco rigido del computer del titolare del diritto. Il bitcoin è consegnato inviando la valuta da un portafoglio ad un altro portafoglio. I bitcoin sono file di valore autonomi, che vengono consegnati direttamente al beneficiario dal pagatore in caso di pagamento. Ne consegue che un bitcoin rappresenta un valore ed è trasferibile”. Con questa sentenza, la Corte di Amsterdam ha così equiparato le criptovalute ad una proprietà.
La decisione del tribunale è significativa, in quanto stabilisce un precedente per il riconoscimento di accordi contrattuali denominati le criptomonete in futuro. Il caso olandese ha dunque segnato una nuova era in merito alle regolamentazioni sui bitcoin.
La sentenza olandese contrasta con l’immobilismo legislativo da parte dalla Ue. Nel febbraio di quest’anno, una riunione tenutesi a Bruxelles tra Commissione europea, regolatori, supervisori e esperti del settore ha stabilito di rimandare ogni decisione al G20 che si terrà a Buenos Aires il prossimo mese di novembre.
Il vicepresidente della Commissione, Dobrowski, ha però rilasciato dichiarazioni importanti in merito alle criptovalute. Stando alle sue parole, la UE ha ormai capito che la tecnologia blockchain è “promettente per i mercati finanziari. Per restare competitiva l’Europa deve incorporare questa innovazione”. Il punto cruciale, però, rimane l’eccessiva speculazione di cui le criptovalute sono oggetto. Anche le ICO vengono valutate positivamente in quanto considerate una «opportunità» per permettere alle imprese per raccogliere ammontare significativi di finanziamenti, ma “vanno valutate alla luce dei rischi derivanti dall’assenza di trasparenza sull’identità degli emittenti e i piani di business sottostanti”. Secondo la UE, dunque, è necessario un piano regolatore sia a livello internazionale che nazionale.
Il pensiero della Commissione Europea è dunque mutato di parecchio rispetto alla totale chiusura di qualche tempo fa, complice, probabilmente, anche la fine del «periodo pioneristico» che ha caratterizzato gran parte dell’esperienza del bitcoin.
In un’Europa che fatica a ad accettare il cambiamento imposto dalla blockchain e dal suo sistema decentralizzato, c’è un Paese che ha anticipato tutti, mostrandosi al passo con i tempi. Parliamo della Svizzera. “Il paese elvetico, – come si legge su Criptomag.it – è diventato uno dei principali hub europei per lo sviluppo della blockchain e delle criptovalute, al punto da costituire la Crypto Valley Association, un ecosistema no profit sulla tecnologia della crittografia e della blockchain, che ha cominciato a sviluppare un codice di condotta sulle ICO”. Inoltre, sono stati definiti i requisiti per gli operatori in Bitcoin e si è stabilito che le piattaforme di valuta digitale sono soggette alle leggi antiriciclaggio.
Quella elvetica, a suo modo, è una piccola rivoluzione che segna un punto di non ritorno nell’ambito del riconoscimento dei bitcoin come valuta finanziaria a tutti gli effetti. Un bel cambiamento rispetto allo scetticismo che si avvertiva qualche tempo fa.
La svolta europea nell’ambito delle criptovalute
114
2 comments
…prima hanno fatto sparire le banche nazionali fondate sui patrimoni reali di una nazione, contemporaneamente è apparsa la globalizzazione e le speculazioni finanziari delle banche che creano denaro premendo un tasto sul computer… il bitcoin ne è solo la naturale evoluzione….
[…] Author: Il Primato Nazionale […]