Roma, 8 feb – Poste Italiane e Ferrovie, per cominciare. Senza poi escludere, dopo le assemblee di fine primavera, operazioni anche su altre società. Padoan rilancia il dossier privatizzazioni, tornato in auge dopo la nuova fiammata dello spread che fa tornare il tema del debito pubblico in cima all’agenda politica.
La preoccupazione del ministro dell’Economia è quella di evitare una procedura di infrazione, che pare stia covando a Bruxelles in riferimento al percorso di riduzione del rapporto debito/Pil. “Un’ipotesi allarmante che va scongiurata”, spiega Padoan, assicurando che “l’Italia evidenzia che il rispetto delle regole del debito viene assicurato anche in questa tornata” e definendo “indispensabile” l’aggiustamento richiesto dall’Ue. Aggiustamento che, oltre alle nuove accise già previste su tabacchi e carburanti, si sostanzierà anche in una decisa accelerazione delle privatizzazioni.
L’anno scorso l’allora governo Renzi aveva previsto 8 miliardi di incassi dalle cessioni delle partecipate governative. Risultato? Non siamo più capaci nemmeno di svendere le aziende pubbliche, sport nazionale da tengentopoli in avanti, con soli 1,6 miliardi raccolti. Era andata un pelo meglio nel 2015, quando fra una quota di Enel e Poste Italiane si erano raggranellati poco più di 5 miliardi. Proprio Poste è la prima indiziata per far parte del nuovo “listino” da offrire agli investitori: dopo la cessione del 30% della società a Cassa Depositi e Prestiti il ministero è pronto a dismettere il 35,5% del capitale residuo, nonostante la situazione di mercato decisamente non buona tanto che il titolo veleggia ben al di sotto del prezzo di collocamento.
Sempre entro il 2017 è poi previsto lo sbarco in Borsa, già rinviato un paio di volte, di Ferrovie dello Stato. Se la quotazione riguarderà solo l’alta velocità o tutto il gruppo è ancora da vedersi, ma da via XX Settembre assicurano di voler “realizzare anche questa privatizzazione al momento opportuno”, ha spiegato il capo segreteria del Mef, Fabrizio Pagani. L’impressione, tuttavia, è che questo momento non arriverà mai e che Padoan, pur di fare presto e raschiare il fondo, si accontenterà anche di una quotazione a sconto.
Filippo Burla