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Il segreto della Germania si chiama Kfw. Così beffano l’austerità (e noi dovremmo imparare)

by Salvatore Recupero
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Berlino, 18 mar – La Kfw (Kreditanstalt für Wiederaufbau) è il motore dell’economia tedesca. Non stupisce, pertanto, che Berlino voglia offrire assistenza illimitata in termini di liquidità alle società tedesche colpite dal coronavirus. La Kfw è una vera e propria banca pubblica che ha preso il posto della Deutsche Bundesbank. Ed è per questo che il ministro delle finanze tedesco Olaf Scholz ha annunciato che il governo fornirà assistenza illimitata in termini di liquidità alle società tedesche colpite dalla pandemia. I prestiti (550 miliardi di euro) saranno erogati dalla banca statale: “Questo è il bazooka e lo useremo per fare tutto il necessario”, ha detto Scholz ai giornalisti a Berlino. Dunque, la Germania paladina dell’austerità non bada a spese quando si tratta di difendere le proprie imprese? Sì, è proprio così, e detto tra noi fa anche bene. Vediamo perché.

Genesi e funzionamento della banca pubblica tedesca

La Kfw fu istituita in Germania nel 1947 dagli Stati Uniti per finanziare la ricostruzione mediante i fondi del piano Marshall ed è posseduta all’80% dallo Stato e al 20% dai Länder. Essa dopo aver gestito la ricostruzione ha sostenuto le piccole e medie imprese, ha finanziato delle infrastrutture ed è stata, inoltre, garante della svolta “verde” e non nucleare della politica energetica tedesca. Oggi, è il grande creditore delle eccellenze tecnologiche.

A questo punto, tutti ci poniamo una serie di domande. In primis, come mai il governo è pronto a stanziare ingenti somme di denaro per gli imprenditori senza violare il divieto sugli aiuti di stato? In secundis, come si sposa questa illimitata disponibilità con il principio dello schwarze null, il pareggio di bilancio? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

La Kreditanstalt für Wiederaufbau è al di fuori del perimetro del bilancio federale e le sue operazioni quindi non figurano nei conti dello Stato. Allo stesso tempo ci troviamo di fronte ad un ente pubblico, non ad un’istituzione bancaria. È semplicemente azionista della Kfw Ipex-Bank, che svolge attività bancaria ma non supera la soglia dei 30 miliardi: per questo motivo è esentata dalla vigilanza della Bce, non deve sottostare ai requisiti di capitale e alle regole dell’Unione bancaria. Infine, ultimo ma non ultimo opera come una banca centrale rispondendo al governo che è il suo azionista di riferimento. Di solito si dice che gli italiani sono furbi ma in questo (come in altri casi) i tedeschi ci hanno beffato.

Lo spread e il giudizio dei mercati

Oggi tutti sono convinti che la stabilità di uno Stato debba essere giudicata da mercati finanziari sulla base del voto delle agenzie di rating. Le più influenti sono Standard & Poor’s, Moody’s Investor Service e Fitch Ratings, tutte e tre società partecipate da grandi multinazionali. I tedeschi seppur condividono il paradigma neoliberista riescono a difendersi meglio dalla suddetta triade.

Come è stato sottolineato dal sito Scenari Economici: “Francoforte partecipa alle aste dei Titoli di Stato con due banche nazionali (più oltre 430 sparkasse, pubbliche anch’esse) che abbassano il tasso di interesse calmierando i prezzi dei Titoli”. Sia a livello centrale che periferico la Germania è capace di difendere i “suoi interessi”. Infatti, la Bundesbank (banca centrale tedesca) partecipa all’asta secondaria dei Titoli, cosa permessa dai trattati ma impossibile per l’Italia che non ha più nessuna banca nazionale. Inoltre le casse di risparmio locali (Sparkasse) vantano tuttavia un asset da mille miliardi di euro – pari al 40% del sistema creditizio tedesco – hanno cinquanta milioni di clienti in Germania e sono da sempre considerate il simbolo del piccolo risparmiatore. A questo punto è lecito chiedersi perché anche noi non ci dotiamo degli stessi strumenti?

KfW e Cassa Depositi e prestiti: quali sono le differenze?

Gli osservatori più attenti sicuramente diranno che basterebbe un potenziamento della Cassa Depositi e Prestiti per raggiungere gli stessi risultati. In realtà il quadro è più complesso. La Cdp è una società per azioni, controllata per circa l’83% da parte del ministero dell’Economia e delle finanze e per circa il 16% da diverse fondazioni bancarie. Essa opera come una banca di Stato avendo fra le sue diverse attività principali anche la partecipazione nel capitale di rischio delle medie e grandi imprese nazionali, quotate e non, profittevoli e ritenute strategiche per lo sviluppo della nazione. Secondo il piano triennale 2019-2021, il gruppo si impegnava a mobilitare oltre 110 miliardi di euro di risorse proprie per la crescita economica e lo sviluppo sostenibile del Paese, attivando oltre 90 miliardi di risorse aggiuntive da investitori privati e altre istituzioni territoriali, nazionali e sovranazionali. Una somma ingente che serve a supportare di imprese, infrastrutture e territorio.

Purtroppo però la Cassa Depositi e Prestiti italiana non riesce ad ottenere gli stessi risultati di quella tedesca. Il motivo è semplice: la Cdp, pur non rientrando il suo indebitamento – compreso quello coperto da garanzia statale – nel conteggio del debito pubblico italiano, è tenuta ad operare a condizioni “di mercato”, cosa esclusa per la Kfw che può invece offrire tassi agevolati in quanto non società per azioni ma ente di diritto pubblico.

Fatte queste considerazioni, ciò che più dovrebbe sorprenderci non sono le politiche economiche aggressive della Germania. Il vero problema è un altro. Quindi, ciò che ci manca è una classe dirigente che sappia farsi rispettare senza piagnucolare. È penoso, infatti, vedere i nostri politici fare il giro di tutte le cancellerie elemosinando qualche euro in più per affrontare un’emergenza sanitaria. Dovremmo ricordarci che abbiamo insegnato al mondo come funzionava l’economia mista già nel 1933 grazie all’Iri di Beneduce: fummo capaci di trovare una sintesi tra capitale e lavoro e ora, in piena pandemia, non riusciamo a trovare i soldi per dare al personale medico delle mascherine monouso.

Salvatore Recupero

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6 comments

roberto 18 Marzo 2020 - 11:25

La Germania non è nuova a queste “creative” soluzioni…. Vi dice niente la Metallurgische Forschungsgesellschaft m.b.H (“Società per la ricerca in campo metallurgico”, ME.FO.) ed sui WECHSEL-MEFO? Non si può dire che non siano coerenti con il loro Inno Nazionale!

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Jos 18 Marzo 2020 - 11:30

….non si comprende, chiaramente, se prendono per il cu*o o se si tratta di un “omaggio”… credo la prima……

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2020/03/18/coronavirus-dalla-baviera-bella-ciao-in-omaggio-allitalia_10c665c2-3c6a-479d-84dd-7bd608810fa9.html

…i tedeschi non si fanno fregare dai virus terroristi…..guardano i dati esatti e non i ” film”” del terrore..

http://www.strettoweb.com/2020/03/coronavirus-iss-italia-morti-covid-19-decessi/983750/

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Coronavirus: pure la Spagna spende più di noi, mentre Conte pensa al Mes (e quindi alla Troika) | Il Primato Nazionale 18 Marzo 2020 - 12:51

[…] Il segreto della Germania si chiama Kfw. Così beffano l’austerità (e… […]

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Coronavirus, le banche si riscoprono (in ritardo) "amiche" delle imprese. Ma non basta | Il Primato Nazionale 20 Marzo 2020 - 10:46

[…] Il segreto della Germania si chiama Kfw. Così beffano l’austerità (e… […]

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il Prof | Covid-19, settimane storiche per il nostro futuro – II Parte 7 Aprile 2020 - 2:01

[…] farlo in casa sua con il KFW. Noi potremmo analogamente ricorrere ai risparmi degli italiani della CDP, evento a mio parere da […]

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Mais qu'est-ce que "Cura Italia". Ces mesures économiques risquent de le faire sombrer - Berner-Forum 9 Aprile 2020 - 8:53

[…] les fonds du plan Marshall. En vérité, l’Allemagne est que depuis des décennies utiliser cette banque pour financer l’économie sans impact sur le budget public. Pensez-vous qu’en 2011 la KfW a approuvé des prêts pour 70 milliards d’euros, avec […]

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