Se all’inizio le dichiarazioni sembravano non poter portare alla pista del terrorismo, con il passare delle ore questa si fa sempre più strada. Pesa il fatto che lo scalo di Sochi è un aeroporto non solo militare ma misto civile, anche se “l’idea dell’accesso di persone estranee all’interno dell’area di partenza è assolutamente scartata, così come la possibilità che un membro del personale potesse entrare con oggetti non autorizzati”, ha spiegato il ministro dei Trasporti, Maxim Sokolov. Da qui l’ipotesi: l’aereo sarebbe stato colpito con un missile terra-aria a ricerca di calore, contro i quali il velivolo – militare, ma non attrezzato allo scopo – era privo di sistemi di difesa? Prematuro e forse azzardato, ma secondo un pilota collaudatore dell’aeronautica l’errore umano sarebbe da escludere, ” perchè l’aereo era in fase di decollo”.
“La possibilità di un attacco terroristico è un’opzione – spiega una fonte della sicurezza russa al sito Lenta.Ru – non può essere confermata o esclusa finche non avremo le informazioni dei registratori di volo, ma viene presa in considerazione”. E qui sorge un ulteriore problema: le scatole nere, a differenza di quelle per uso civile, non permettono una localizzazione da remoto, recuperarle richiederà dunque lo scandaglio a tappeto dei fondali della costa del Mar Nero alla loro ricerca.
Per domani, intanto, il presidente Vladimir Putin ha proclamato una giornata di lutto nazionale: “Ci sarà un’inchiesta approfondita sulle ragioni della catastrofe, e faremo di tutto per fornire il nostro sostegno alle famiglie delle vittime”, ha dichiarato.
Nicola Mattei