Kabul, 29 lug – Secondo il governo afghano e come riportato dall’emittente televisiva 1TvNews, il mullah Omar, capo dei Talebani, sarebbe stato ucciso.
La notizia sarebbe stata confermata anche durante una riunione dei vertici di sicurezza afghana ma non sono stati rilasciati ulteriori dettagli in merito.
Il mullah, braccato dagli americani sin dal 2001 e più volte scampato alla cattura (si ricorda la fuga in motocicletta nei primi mesi dell’operazione “Enduring Freedom”) non faceva sentire la sua voce da anni, escluso un intervento scritto in occasione dell’attentato a Charlie Hebdo. Per questo secondo alcuni gruppi vicini ai talebani, il leader sarebbe morto già da due anni.
La notizia giunge a pochi giorni dai colloqui di pace tra le autorità afghane e una rappresentanza dei Talebani previsti il prossimo venerdì.
L’ordinamento tribale dell’Afghanistan parrebbe riflettersi anche all’interno dei guerriglieri che sono divisi in tre fazioni spesso e volentieri in forte contrasto tra di loro. Questo non ha fatto altro che intorbidire le acque in questi ultimi anni intorno alla figura del capo storico dei Talebani su cui pendeva una taglia di 10 milioni di dollari voluta dagli Stati Uniti.
Mohammed Omar, emiro dell’Emirato Islamico dell’Afghanistan dal 1996 al 2001, apparteneva al gruppo etnico dei Pashtun; nato a Qandahar da famiglia umile combatté contro i sovietici per tutta la durata dell’occupazione (dal 1979 al 1989) per poi mettersi a capo di un gruppo di studenti provenienti dalle scuole coraniche (i Talebani) nel 1992 e guidare la guerriglia che portò alla fondazione dell’Emirato Islamico, abbattuto dagli Stati Uniti nel 2001 a seguito dell’intervento armato in quella regione.
Paolo Mauri
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