Damasco, 28 apr – La guerra in Siria passa per Aleppo. La città è nel pieno del vortice delle operazioni militari di tutte le forze in campo, anche visivamente, fissando sulla cartina i punti conquistati dai “pezzi” sulla scacchiera, si delinea un girone dantesco, una spirale di morte, un fronte contorto dove molti oggi si giocano il tutto per tutto. Se lo giocano i cosiddetti “ribelli moderati”, isolati ed assediati al confine con la Turchia, stretti tra i curdi dello Ypg a ovest e l’avanzata dell’Isis a est, se lo giocano i curdi asserragliati ad Aleppo nel quartiere di Sheikh Maqsoud chiusi in una sacca trai quartieri liberati dall’avanzata dell’Esercito siriano e i quartieri occupati dai ribelli del Fsa che a loro volta stanno per essere accerchiati dalle forze armate di Damasco. In tutto ciò c’è sempre il Califfato, l’Isis, che non essendo direttamente coinvolto nel combattimento all’interno della città, ne approfitta per erodere terreno nelle campagne attorno ad Aleppo. Nelle giornate convulse di ieri nove civili sono stati uccisi e decine sono rimasti feriti in attacchi con razzi e mortai lanciati dai terroristi e dall’azione di almeno un cecchino ribelle che ha aperto il fuoco su dei passanti. Una fonte del Comando di Polizia di Aleppo ha detto, all’agenzia di stampa siriana, che i terroristi posizionati nel quartiere di Bustan al-Qaser hanno sparato razzi sul quartiere di al-Meridian uccidendo un uomo e sua moglie rifugiati nella loro casa ora distrutta e ferendo altri quattro civili. In oltre, la fonte ha aggiunto, che il cecchino sembra appartenga alla formazione terrorista di Jabhat al-Nusra sarebbe posizionato anche lui nel quartiere di Bustan al-Qaser. Anche altre cinque persone, tra cui due bambini, sono stati uccisi e altre quaranta sono rimaste ferite nei bombardamenti dei terroristi che hanno fatto letteralmente piovere sui quartieri di al-Midan e al-Ashrafiyeh nelle vicinanze di Saadallah al-Jabiri Square e al-Qaser al-Baladi (Palazzo Comunale), un cascata mortale di razzi e bombole di gas esplosive.
Alberto Palladino