genderRoma, 24 mag – Gli Stati occidentali affrontano il momento di crisi internazionale facendo un elenco delle più gravose priorità. Se negli Usa appare cruciale la questione su quali bagni debbano utilizzare i trans, in Australia è sembrato importantissimo aggiungere, accanto a Mr per gli uomini e Ms per le donne, l’appellativo “Mx”, che significa “indeterminato”, “intersex” o “non specificato”. In sostanza, gli australiani potranno essere identificati come maschio, femmina o “altro”. Il primo banco di prova in cui far sfoggio della nuova qualifica saranno le elezioni federali del 2 luglio, in cui fra i dati elettorali personali dei votanti sarà possibile inserire anche la nuova definizione gender. Inoltre il prossimo censimento quinquennale della popolazione, previsto per il 9 agosto, sarà il primo a dare l’opzione di identificarsi come maschio, femmina o “altro”. Per quest’ultima categoria, la persona censita potrà anche descrivere il proprio genere usando il termine con cui si sente a proprio agio, in modo da massimizzare il potenziale di analisi statistica dei dati forniti.

L’Australian Bureau of Statistics ha anche specificato al proprio personale che “dovrà astenersi dal presumere l’identità di genere di una persona in base al nome, alla voce o all’aspetto”. Insomma, se si presenta Nicole Kidman per rifare la carta d’identità, il dipendente dell’ufficio preposto non dovrà “discriminatoriamente” presumere di avere di fronte una donna, ma dovrà partire dal presupposto che quel soggetto indefinito abbia uguali probabilità di essere un uomo, una donna o un qualcosa di altro non meglio specificato. Le linee guida, bontà loro,  precisano che, mentre gli individui sono incoraggiati ad assicurare che la propria documentazione rifletta la definizione preferita di genere, vi sono ragioni legittime per cui le persone possano essere titolari di documenti “discordanti”: ad esempio per assicurare la propria sicurezza personale viaggiando all’estero, se identificano il proprio genere come “altro”.

Roberto Derta

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