“Al momento non ci sono delle vere e proprie condizioni politiche ma solo interessi economici per sfruttare le risorse naturali dei nostri territori. Non ci può essere una pace se non è basata sull’uguaglianza e la giustizia, bisogna includere tutte le minoranze etniche per arrivare ad un vero e proprio cessate il fuoco. Nel 2012 era stato firmato un accordo preliminare e il governo birmano aveva già annunciato che la pace era stata raggiunta in Birmania. Questo non è vero. Noi abbiamo posto delle condizioni dalle quali non si può prescindere, la principale è il ritiro delle truppe birmane dai nostri territori.”
“Il governo birmano ha già stretto accordi con diverse multinazionali che sono pronte ad entrare nel nostro territorio per sfruttare le nostre risorse naturali una volta firmato il cessate il fuoco. Non vogliamo che gli interessi economici di pochi danneggino il nostro popolo. La comunità internazionale non può restare a guardare in silenzio ciò che accade in Birmania.”
Qual’è la vostra posizione in vista dell’accordo?
“La maggioranza del popolo Karen è contraria alla firma dell’accordo, anche se alcuni sono già da tempo orientati ad accettarlo. Le nostre condizioni non sono state prese in considerazione e ci rifiutiamo di firmare il cessate il fuoco. In ogni caso siamo pronti, costi quel che costi, a difendere il nostro popolo e la nostra terra”.
Dal nostro inviato in Birmania Guido Bruno