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Roma, 13 mag – Lo Stato di Gibuti, oltre ad essere il più ricco del Corno d’Africa, è anche relativamente tranquillo. Di conseguenza, non deve sorprendere che migliaia di africani provenienti dai Paesi vicini, tentino di varcare il confine di questo piccolo Stato in cerca di migliori condizioni di vita. Per capire la gravità di questo problema, basti pensare che nel 2022 sono arrivati a Gibuti circa 220mila immigrati irregolari. Un numero enorme se si considera che questo Paese ha una popolazione totale di circa un milione di abitanti. Per alcuni immigrati, Gibuti rappresenta soltanto una tappa verso altre nazioni, molti però decidono di rimanere lì.
Come Gibuti respinge gli immigrati irregolari
Nei giorni scorsi il governo di Gibuti ha annunciato un giro di vite per fermare l’immigrazione irregolare. Stando a quanto riferito dalla televisione di Stato, circa 3.000 persone sono state arrestate dalla polizia per essere deportate. Il ministro degli Interni, Said Nouh Hassan, ha giustificato questa stretta sugli immigrati africani affermando che Gibuti è ormai “saturo” e quindi queste espulsioni servono per garantire il benessere e la sicurezza dei cittadini. Le forze dell’ordine non si limita però all’espulsione di immigrati irregolari, ha anche lo scopo di combattere il contrabbando di beni gestito da questi clandestini. Questi ultimi, secondo le autorità di Gibuti, sono peraltro colpevoli di vari reati commessi nel Paese. Come documentiamo da mesi su questo giornale, il caso Gibuti non è comunque un unicum nel continente nero, visto molti Stati africani usano il pugno duro contro gli immigrati provenienti dalle nazioni vicine.
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Giuseppe De Santis
1 commento
A quando espellere tempestivamente i governi delle terre da cui partono gli immigrati ?!?!