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La Cina condanna a 10 anni di carcere un libraio di Honk Kong. Le proteste della Svezia

by Emanuele Fusi
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Pechino, 26 mar – La Cina ha appena condannato a 10 anni di carcere un libraio di Hong Kong. Gui Minhai è un pericoloso sobillatore che pubblicava romanzi gossip sui leader cinesi. L’accusa è di “aver fornito informazioni segrete all’estero”. Gui è stato anche privato dei diritti politici per cinque anni. Il tribunale si è appellato al fatto che Gui, in possesso anche della cittadinanza svedese, aveva deciso di riprendere la cittadinanza cinese nel 2018: secondo gruppi per i diritti umani, questo consentirebbe alla Cina di negargli altri diritti e assistenza da parte dei diplomatici svedesi nel Paese. Intanto la Svezia ha convocato l’ambasciatore cinese a Stoccolma per protestare contro la condanna di Gui e per richiederne la scarcerazione.

Nel 2015 Gui “scomparve” in Thailandia

La storia di Gui era diventata nota in tutto il mondo quando, nel 2015, scomparve per mesi durante un viaggio in Thailandia. Venne fuori che si trovava in un carcere in Cina insieme ad altri 4 editori e librai, probabilmente per aver pubblicato e venduto libri critici nei confronti dei politici cinesi. Poi Gui era apparso in televisione raccontando di essersi consegnato alle autorità cinesi e confessando un omicidio stradale colposo avvenuto un decennio prima. Era stato liberato nell’ottobre del 2017, poi a gennaio 2018 era stato nuovamente arrestato.

Cosa aspettano gli svedesi a interrompere le relazioni con Pechino? Il giorno in cui l’Europa, anziché fare da scendiletto, imparerà a trattare la Cina come fanno gli Stati Uniti da un paio di anni, ne avremo solo da guadagnarci. Ad ogni buon conto è evidente che i giovani di Hong Kong hanno ragione a temere Pechino e la sua dittatura che vuole reprimere il dissenso e mettere in carcere addirittura i librai che osano criticare i politici cinesi.

I pericoli dell’imperialismo cinese

Se la Cina dovesse seriamente arrivare a imporre la sua influenza sull’Occidente e sul mondo intero anche per mezzo della Nuova via della seta, si aprirebbero scenari da incubo in futuro per noi europei: infatti, sappiamo bene che il dominio politico di un popolo, arriverà necessariamente per mezzo del dominio economico, che sarà utilizzato come arma per ricattare Paesi e Stati non allineati al pensiero unico del Partito Comunista Cinese. Questo deve essere un campanello di allarme per chi ha ancora a cuore una Europa unita ma libera dalle ingerenze esterne, sopratutto se provengono da una dittatura come quella cinese.

Emanuele Fusi

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2 comments

Nessuno 26 Febbraio 2020 - 2:10

Perché fate scrivere qui un atlantista di tale schifoso livello?

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Wolfs red 27 Febbraio 2020 - 1:22

Articolo fazioso, scritto da un bacia pile filo-americano; vergogno il fatto che sia pubblicato su questo foglio, sempre più Salviniani?

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