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“La Cina diffondeva fake news sui cellulari degli americani”. Le accuse del New York Times

by Cristina Gauri
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Roma, 23 apr – Fuoco nuovamente puntato sulla Cina, ancora una volta accusata di aver condotto campagne di disinformazione sulla pandemia di coronavirus avuta origine entro i suoi confini. A puntare il dito stavolta è il New York Times: secondo il quotidiano, Pechino avrebbe mandato messaggi dai toni allarmisti direttamente ai cellulari dei cittadini americani. Dal governo cinese sarebbero stati diramati ordini precisi per iniziare una campagna globale in Usa e in Europa. Fonti di diverse agenzie di intelligence Usa hanno evidenziato la presenza di messaggi falsi sulla pandemia provenienti proprio dalla Cina, per generare un senso di smarrimento e insicurezza nei cittadini occidentali.

I messaggi falsi

Tra gli sms incriminati citati dal NYT  vi è quello relativo alla falsa notizia, diffusa a metà marzo, secondo la quale Trump aveva militarizzato le strade dell’intera nazionale «per evitare saccheggi e disordini». Un messaggio, arrivato a milioni di americani, a cui è seguita la secca smentita del dipartimento per la Sicurezza nazionale. Un altro messaggio falso riguardava l’origine del virus, che andava ricercata, secondo Pechino, nei soldati americani che a ottobre avevano partecipato a Wuhan ai Giochi militari. Il quotidiano segnala anche l’uso di messaggi WhatsApp, il cui percorso nel web risulta più complicato da tracciare e individuare.

I soliti sospetti

Sotto la lente d’ingrandimento dell’intelligence Usa c’è il possibile coinvolgimento di diplomatici o dipendenti dei media ufficiali cinesi. Lo scorso settembre,infatti,  il Dipartimento di Stato aveva espulso con l’accusa di spionaggio, ma senza darne notizia , due dipendenti dell’ambasciata cinese a Washington.

«Anche l’Europa vittima dei messaggi falsi»

«Pechino e Mosca stanno operando per incidere sull’ambiente globale dell’informazione sia in modo indipendente che insieme, attraverso una ampia gamma di strumenti digitali. Hanno istituito diversi canali diplomatici e forum. Attraverso questi canali si scambiano informazioni sulle pratiche in uso», è la denuncia di Kristine Lee, del Center for New American Security, in una intervista al New York Times. L’Europa stessa è stata bersaglio di messaggi che sottolineavano come i Paesi europei si ritrovassero frammentati e divisi di fronte all’emergenza, sottolineando invece l’importanza degli aiut arrivati da Pechino.

Cristina Gauri

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