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Bambini come merci: a Bruxelles va in scena la fiera dell'utero in affitto

by Chiara Soldani
4 comments

Bruxelles, 27 set – Per il quarto anno consecutivo, quella Bruxelles che tanto parla di diritti e umanità ha accolto la due giorni dedicata a coppie gay in cerca di utero in affitto. Cataloghi finemente rilegati, informazioni dettagliatissime, listino prezzi e buoni sconto: tutto perfetto, insomma.
Tanto perfetto, quanto disumano. Uomini ricchi e facoltosi scelgono così non le mamme ma gli uteri che, per nove mesi, vedranno crescere quei bambini scrupolosamente commissionati. Certo, c’è un costo. Tanto più si pretende, tanto più si paga. Una sorta di concessionario auto: ma qui, di mezzo, ci sono vite umane. Così le cifre variano da un minimo di 95 mila dollari a un massimo di 160 mila. Pacchetti completi e pluriaccessoriati: consulenza psicologica, assistenza legale, voli e hotel nei Paesi individuati dove far partorire la futura mamma (o meglio, il prescelto utero in affitto). Un business collaudato, un mercato preoccupantemente in espansione: non è un caso difatti che “Men Having Babies” continui ad essere organizzata. Ed in location prestigiose: al Grand Hotel Hilton, per l’esattezza.
In quel Belgio che nel 2015 perentoriamente condannò “la gestazione per altri”, definendo la pratica dell’utero in affitto “una forma di sfruttamento delle donne”, tutto si è svolto nella più totale complicità. Incoerenza da brividi, ipocrisia senza fine. Eppure nel 1989 il Belgio firmò la Convenzione internazionale dei diritti del bambino. Convenzione secondo la quale “ogni bambino ha diritto a conoscere i suoi genitori ed essere cresciuto da loro”. E allora, lecito domandarsi come mai “la fiera dell’utero in affitto per uomini gay in cerca di un bimbo” si perpetui nel tempo, senza esitazione alcuna. Il governo belga, tace: acconsentendo, ovviamente. Invece quella stessa Convenzione si esprime in maniera chiara e perentoria. Parlando di assoluta condanna per “il rapimento, la vendita o la tratta dei bambini a qualunque fine e sotto qualunque forma”. Tra il dire e il fare, in questo caso non c’è il mare. Ma uno sterminato deserto: di valori, altruismo e umanità.
Chiara Soldani

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4 comments

Antonio 27 Settembre 2018 - 5:10

Immensa, tragica, disumana schifezza.
Tradire i diritti dei bambini, comprarli, svenderli come se fossero animali di compagnia, è la cosa più miserabile che solo la feccia di sinistra globalizzata poteva concepire. Da pena di morte.

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alessandra bonanno 27 Settembre 2018 - 9:22

ma quale libertà? qui è questione solo di soldi ed è uno schifo senza limiti ormai

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Raffo 28 Settembre 2018 - 12:41

Sempre di froci si parla, sodomiti ermafroditi se preferite,culattoni e pederastri secondo le definizioni più gettonate……. Ignobile associare bambini e bambine a tali esseri comunistoidi, simboli di una generazione malata moralmente e materialmente.

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Cesare 29 Settembre 2018 - 8:50

Un bambino ha il DIRITTO ASSOLUTO di avere un padre ed una madre, non 2 sodomiti di cui uno fà finta di essere una madre

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