Roma, 30 gen – Di recente la Repubblica Democratica del Congo si è rivelata come uno dei paesi con la crescita economica potenziale più alta dell’Africa. Questo è dovuto non solo all’aumento dei prezzi del rame e del cobalto, ma anche alle riforme varate dal governo che hanno aumentato l’indipendenza della banca centrale congolese e hanno reso più efficiente la riscossione delle tasse.
Le strategie economiche della Repubblica Democratica del Congo
Ma per quanto importanti, queste riforme da sole non bastano per mantenere i tassi di crescita necessari per fare uscire questo Paese dalla povertà. Per tale motivo il governo sta seguendo due strategie per diversificare l’economia e renderla più resiliente al cambiamenti dei prezzi delle materie prime.
Il primo passo consiste nell’accordo, siglato tra il governo di Kinshasa e la multinazionale emiratina DP World, di costruire entro dodici mesi un porto in acque profonde a Banana, città portuale situata sull’Oceano Atlantico e unico sbocco al mare della Repubblica Democratica del Congo.
Il colosso emiratino avvierà questo progetto con la costruzione di una banchina lunga 600 metri. A Banana sarà così possibile ricevere container dalle navi merci più grandi al mondo e la Repubblica Democratica del Congo sarà finalmente collegata con le più importanti rotte commerciali dell’Atlantico. Inoltre il nuovo porto dovrebbe garantire benefici economici anche alle provincie centrali della Repubblica Democratica del Congo, attraendo nuovi investimenti e stimolando il commercio locale.
Le zone speciali nel Kivu
Ovviamente per una crescita sostenuta non basta però stimolare l’economia solo nella parte centrale del Paese, è importante anche portare sviluppo nelle regioni del nord-est dove la povertà è endemica. Al riguardo è degno di nota l’accordo stipulato tra il governi della Repubblica Democratica del Congo e quello del Kenya per creare zone economiche speciali nel Kivu. Il governatore del Kivu ha sottolineato ai potenziali investitori che sussistono grosse opportunità per chi vuole fornire gas e elettricità, costruire impianti di telecomunicazioni e provvedere alla manutenzione delle strade, senza contare che nell’area vivono 30 milioni di persone che costituiscono un importante mercato per ogni potenziale impresa. Al momento ad essere interessate sono in particolare le imprese del Kenya, ma non è da escludere che presto in questa zona inizino ad operare anche imprese del Ruanda e di altre nazioni africane.
Giuseppe De Santis
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