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Critichi il patto Onu immigrazione? In Germania il governo ti censura così

by Valerio Benedetti
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Berlino, 9 nov – Non si placano le polemiche attorno al patto Onu sull’immigrazione. Pur nel silenzio inspiegabile che avvolge il tema in Italia, molte nazioni si sono già sfilate, o comunque sono in procinto di farlo: in attesa del voto che avrà luogo al vertice delle Nazioni Unite il prossimo 10 dicembre a Marrakech, hanno già annunciato che non firmeranno Stati Uniti, Australia, Polonia, Ungheria, Austria, Repubblica ceca, Croazia e Danimarca. La Germania delle «porte aperte», invece, ha più volte assicurato che non farà mancare il proprio appoggio. E chi osa criticare i contenuti dell’accordo viene addirittura censurato.
Lo scandalo, ormai, è venuto a galla: il Parlamento tedesco si rifiuta di rendere pubbliche le petizioni contro il patto Onu. Il Bundestag, infatti, prevede per tutti i cittadini la possibilità di vedere pubblicata sul sito online ufficiale del parlamento la propria petizione. A condizione, ovviamente, che non contenga insulti, calunnie ecc. Il problema è che, finora, nessuna delle petizioni contrarie al patto Onu è stata pubblicata sul sito. E moltissime non riportavano alcun insulto o alcuna calunnia. Sono state semplicemente censurate. Una di queste, divulgata poi su altri canali, conteneva il seguente testo: «Ogni politica migratoria necessita di una legittimazione democratica». In pratica, si richiedeva un voto popolare tramite referendum o una votazione in parlamento. Fine. Ma tanto è bastato per far scattare la scure della censura.
Ma perché mai il Bundestag avrebbe deciso di non pubblicare questa petizione? La risposta ufficiale è stata: «Può ostacolare il dialogo interculturale». Esatto: certe cose non si possono dire, perché altrimenti qualche immigrato potrebbe risentirsene. Non male per un «Paese libero». Eppure, un dibattito sul tema è quanto mai necessario. E non solo in Germania. I media mainstream, nel tentativo di ridimensionare la portata di questo accordo, sostengono che il documento non sarebbe vincolante per i singoli Stati aderenti, i quali conserverebbero così la propria sovranità in materia di immigrazione. Purtuttavia, il testo del patto, articolato in 32 pagine, contiene complessivamente 157 volte le parole «dovere» e «garanzia». L’impressione che si tratti dell’ennesima fregatura, insomma, è veramente molto forte.
Valerio Benedetti

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1 commento

Cesare 9 Novembre 2018 - 1:29

Ai politici immigrazionisti tedeschi tipo Merkel serviva questo patto globalista per giustificare ed avallare le loro passate politiche di invasione della Germania e contro il popolo tedesco.Purtroppo gli è andata male perchè molti paesi si sono opposti ed il patto sembra già abortito prima di nascere.Del resto voler comandare alle nazioni sovrane di farsi conquistare da sconosciuti senza patria non è facile per i globalisti che vogliono derpredare le nazioni e le loro identità comperandosele a due lire

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