Insomma, la tentazione di credere che, ancora una volta, le autorità tedesche stiano cercando di mascherare la realtà è forte. Anche nell’attacco a colpi di ascia di giovedì, alla stazione di Dusseldorf, la polizia si è superata, riuscendo a dichiarare che il responsabile dell’assalto è un uomo “dell’ex Iugoslavia”. Il che, a una quindicina d’anni dalla dissoluzione dello Stato balcanico suona un po’ surreale. Si è scoperto che si trattava di un kosovaro. E poiché il Kosovo è un noto santuario del terrorismo in Europa, verrebbe decisamente da pensare male. Ma, ci hanno assicurato, si è trattato solo di squilibrio mentale (come se pazzia e terrorismo si auto-escludessero, peraltro). Ora i fatti di Frankenthal riaprono la questione. Tanto più che, in queste ore, è stato sventato un attacco terroristico in un centro commerciale nella città tedesca di Essen da parte dell’Isis. Questa è la Germania nell’era Merkel, quella che nel 2015 ha accolto un milione e 100mila immigrati. Di cui, par di capire, buona parte “squilibrati”.
Giuliano Lebelli