Pretoria, 7 mag – Dalle 7 di questa mattina oltre 25,3 milioni di elettori sudafricani si stanno recando alle urne per eleggere i 400 deputati dell’Assemblea Nazionale. Saranno le prime elezioni senza Nelson Mandela e come da vent’anni a questa parte il grande favorito è sempre il suo partito, l’African National Congress, ora guidato da Jacob Zuma.
I sondaggi accreditano l’ANC al sessanta per cento dei voti, che dovrebbero garantirgli la maggioranza assoluta dei seggi e dal 21 maggio un nuovo mandato per il presidente uscente, Jacob Zuma. Come confermato dalle previsioni il partito di governo gode della fiducia degli elettori nonostante i recenti scandali che hanno coinvolto Zuma, accusato anche di fare un esercizio spregiudicato delle prerogative e delle immunità che la Costituzione gli garantisce.
L’opposizione dell’Alleanza democratica, guidata da Helen Zille, e Julius Malema con il suo Economic Freedom Fighters, partito di sinistra nato da una scissione interna all’ANC, non sembrano poter intaccare lo strapotere dell’ANC e il ricordo ancora vivo di Nelson Mandela.
Le ennesime promesse dell’ANC difficilmente potranno cambiare un paese pieno di contraddizioni, che vede contrapporsi le realtà degradate e turbolente dei plakkerskamps, dove vive una crescente comunità povera di bianchi afrikaner, e le township della comunità nera agli sfarzosi quartieri della nuova classe dirigente nera, fatti di sontuose ville e scuole e ospedali privati. Alle vistose contraddizioni bisogna aggiungere i gravi problemi riguardanti le crescenti violenze contro la popolazione bianca e la loro emarginazione, la disoccupazione che tocca cifre attorno al 40%, la corruzione dilagante della classe dirigente e l’interminabile flusso migratorio proveniente dai paesi limitrofi.
Guido Bruno