Roma, 19 mar – La Nuova Zelanda lo ha fatto rimuovere subito dai social network, Erdogan lo ha prontamente fatto salvare per poi mostrarlo durante un comizio. Il video della strage di Christchurch è stato così proiettato in un maxi schermo all’evento politico organizzato dal presidente turco, generando il comprensibile sdegno della stampa internazionale. Durante il suo discorso, Erdogan ha mostrato poi alcuni estratti di The Great Replacement, il manifesto dell’attentatore australiano Brenton Tarrant. Uno dei punti del documento prospettava la cacciata dei turchi dalla Tracia orientale, ovvero la Turchia europea. “Non riuscirete a trasformare Istanbul in Costantinopoli”, ha commentato Erdogan.

Il presidente turco ha poi tuonato contro “i nemici dell’islam”, contro cui è necessario “mobilitarsi”. Per far questo ha quindi invitato a votare il suo partito, in quanto a suo avviso unica formazione nazionale determinata a difendere i musulmani dagli attacchi razzisti. Erdogan ha poi attaccato duramente gli Usa e gli Stati europei per non aver condannato con determinazione il “crescente sentimento anti islamico”, per poi scagliarsi contro le istituzioni neozelandesi che non avrebbero scongiurato l’affermazione di forze suprematiste. Il governo della Nuova Zelanda ha di conseguenza replicato, accusando Erdogan di offendere la memoria delle vittime dell’attentato in nome dei suoi interessi elettorali.

“Nelle bare come i vostri nonni”

“Abbiamo avviato da tempo un dialogo con qualsiasi paese, e anche con la Turchia, per assicurare che il nostro paese non venga rappresentato per ciò che non è”, ha poi specificato il ministro degli Esteri neozelandese Winston Peters. Toni pacati sulla falsa riga, tra l’altro, di quanto affermato dal vicepresidente turco Fuat Oktay prima della proiezione del video da parte di Erdogan: “Dobbiamo iniziare a utilizzare un linguaggio diverso. Tutto il mondo deve smettere di promuovere questo tipo di linguaggio provocatorio”, aveva dichiarato Oktay.

Parole di fatto subito smentite dal presidente turco, che anzi ha voluto lanciare una minaccia (affatto velata) ai cristiani: “I tuoi nonni sono venuti qui … e sono tornati nelle bare”, ha detto Erdogan. “Non dubitare che ti rimanderemo indietro come i tuoi nonni.” Frasi più inquietanti di altre già pronunciate dallo stesso presidente della Turchia, che due anni fa ad esempio invitava a una sorta di sostituzione etnica, chiedendo agli immigrati di fare “non tre, ma cinque figli. Perché voi siete il futuro dell’Europa”.

Eugenio Palazzini

 

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14 Commenti

  1. Non l’aveva con i cristiani quanto con i neozelandesi. I nonni tornati nelle bare sono gli ANZAC morti a Gallipoli nel 1915. Magari all’anatolico si potrebbe ricordare che all’epoca la capitale era Kostantinië, Costantinopoli.

  2. La frase di Erdogan non si riferiva “ai cristiani ” ma ai neozelandesi. I nonni tornati nelle bare sono ovviamente gli ANZAC morti nella batosta anglofrancese a Gallipoli nel 1915. Quando la capitale si chiamava Kostantinië, Costantinopoli e non Istambul.

  3. Si cominci seriamente a prendere in considerazione l’ipotesi di una radicale pulizia etnica in senso anti-islamco.

    • Non ti preoccupare caro “leghisti sukate”. Anche tu sei bianco e “crociato” e finisci nella bara anche tu mio caro! Mi farà piacere vedere scorticato vivo come fanno i tuoi amici turchi, cara merda, ah!ah!

  4. mentre le premier neozelandese si mette il velo islamico e si fa fotografare mentre abbraccia i barbuti…

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