Bergamo, 24 dic — Nel marzo del 2020 i lockdown andavano sostenuti con ogni mezzo, anche affossando ogni voce dissenziente: a sostenere questo disegno sarebbero stati il virologo e capo della task force statunitense contro il coronavirus, Anthony Fauci, e il vertice del National Institute of Health (Nih), Francis Collins. Lo rivela oggi La Verità citando un articolo del Wall Street Journal, in cui viene svelato il contenuto di alcune mail scambiate tra i due.
Fauci e Collins hanno silenziato il dissenso anti lockdown
Nel carteggio si mirava a far naufragare il contenuto della Great Barrington Declaration: si tratta di una dichiarazione congiunta, a firma di Martin Kulldorff, epidemiologo ad Harvard, Sunetra Gupta, epidemiologo a Oxford, e Jay Bhattacharya, esperto di politiche sanitarie a Stanford e sottoscritta da migliaia di scienziati. In essa i tre espongono il loro parere negativo contro i lockdown a tappeto, ritenendo più opportuna l’adozione della cosiddetta «protezione focalizzata» (focused protection) delle fasce più fragili della popolazione. «L’approccio più umano, che bilancia i rischi e i benefici nel raggiungimento dell’immunità di gregge, è quello di permettere a coloro che sono a minimo rischio di morte di vivere normalmente la loro vita per costruire l’immunità al virus attraverso l’infezione naturale, proteggendo al meglio coloro che sono a più alto rischio», è quanto è scritto nella dichiarazione.
I media affossarono il dibattito
La pubblicazione del documento suscitò la reazione contrariata di Collins, che scrisse immediatamente a Fauci, sempre da quanto si legge sul WSJ: «Questa proposta di tre epidemiologi sta suscitando grande attenzione, firmata persino da un premio Nobel come Mike Leavitt di Stanford. È necessario affossarla in modo devastante e rapido sui media». Devastante e rapido. A quel punto i due si misero in contatto con il Washington Post (editore Jeff Bezos di Amazon, attraverso la Nash Holdings Llc) e altre testate. La macchina del fango contro le posizioni anti-lockdown era stata avviata: i principali quotidiani presero a censurare le voci contro le chiusure totali proponendo il lockdown come unico mezzo per uscire dalla pandemia. Con i risultati che possiamo apprezzare ancora oggi.
Risale ad alcuni giorni dopo la mail che Fauci inviò a Collins, in cui il primo allegava «un pezzo apparso su Wired, che smonta questa teoria. Cari saluti. Tony». L’articolo titolava Non esiste nessuna spaccatura scientifica sull’immunità di gregge. Seguono altre mail, con allegati articoli analoghi apparsi sul The Nation Magazine, e sul Washington Post, dal titolo: Proposta per immunità di gregge per la Covid arriva alla Casa Bianca, ma sconvolge la comunità scientifica.
Fauci si servì anche di Facebook
Sempre secondo quanto riportato dal Wsj, Fauci si avvalse anche del supporto delle piattaforme social, Facebook in primis, che censurò qualsiasi informazione attinente alla Great Barrington Declaration. I media allineati hanno fatto in modo di silenziare ogni forma di dissenso e di reprimere completamente il dibattito scientifico. «Chiunque mi critica mette in discussione la scienza», sosteneva Fauci il mese corso ai microfoni della Cbs. In realtà, due santi funzionari della sanità pubblica americana hanno pianificato privatamente di annullare le opinioni dissenzienti dei migliori scienziati al mondo, nel bel mezzo di una pandemia.
Cristina Gauri
7 comments
Se le cose stanno così, questi sono i veri criminali medicali, sociali, con mandanti da individuarsi.
In quali fauci ci ritroviamo!
[…] “Fauci censurò gli scienziati anti-lockdown con l’aiuto dei media”: la rivelazione del Wall s… proviene da Il Primato […]
Questa e’ solo la punta dell’iceberg , dietro questo e affiancato a questo farabutto ci sono sicuramente anche qualcuno dei nostri !
chissà se un giorno scopriremo se questi personaggi tipo Fauci non prendano soldi dalla Cina per distruggere l’Occidente…..
[…] leggi la notizia su Il Primato Nazionale […]
L’idea che l’Occidente sia da salvaguardare e che il problema sia la sua dipendenza o subordinazione alla Cina è un falso problema.