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Dublino, 22 giu – Due giorni fa è stata condannata a 16 anni di carcere Christine Connor, la leader del gruppo armato repubblicano “United Struggle”. Se agli appassionati di storia d’Irlanda questo nome non dice nulla è per un motivo molto semplice: l’intera organizzazione non esiste, era composta da una singola persona che, tramite un finto profilo su facebook è riuscita a coinvolgerne un’altra nei propri intenti di lotta.
La storia è spettacolare e triste nel suo squallore allo stesso tempo. Christine convince un uomo ad entrare a far parte di una fantomatica sigla armata ed collaborare ad alcuni attacchi contro le forze di polizia; quel che è interessante è che Christine, pur confidando nel proprio carisma e nella fede rivoluzionaria del proprio compare, decide però di utilizzare a proprio vantaggio quel fattore che insomma si dice che “tiri più di un carro di buoi”. Costruisce infatti l’intero rapporto politico tramite Facebook e sceglie di utilizzare il viso di una modella per essere più convincente. Ha funzionato. Lui, Stuart Downes, la aiuta: prima mandandole del denaro, poi collaborando in almeno un paio di attacchi alle forze dell’ordine per i quali lei è stata appunto riconosciuta colpevole e condannata a sedici anni. Stuart in carcere invece non ci andrà perchè ha scelto di togliersi la vita.
Difficile dare davvero un taglio politico alla cosa e forse è improprio persino parlare di un raro caso di “lone wolf” in Irlanda: quel che per noi è abbastanza certo è che se lei avesse usato la sua vera immagine, probabilmente non sarebbe accaduto nulla di tutto questo.
Guido Taietti