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Gelo fra Ue e Ungheria dopo le aperture di Orban alla pena di morte

by Guido Bruno
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Viktor-OrbanBudapest, 1 mag – L’omicidio di una ragazza in seguito ad un tentativo di furto ha riaperto il dibattito sulla reintroduzione della pena capitale in Ungheria. Il brutale omicidio di una giovane tabaccaia, compiuto da criminali non ancora identificati e avvenuto a Kaposvàr, ha suscitato un’ondata di sgomento ed emozione nella nazione magiara. Nel corso di una conferenza stampa del primo ministro ungherese, Viktor Orban i cronisti gli hanno rivolto numerose domande sull’accaduto .

Orban, incalzato dalla stampa, ha ipotizzato la reintroduzione della pena di morte dichiarando che “quest’atto criminale ci impone di riportare all’ordine del giorno e di rilanciare la questione della pena di morte, perchè le leggi attuali sembrano non bastare a frenare la criminalità.”

Repentina la levata di scudi contro le parole del primo ministro ungherese da parte dell’Unione Europea, a rispondere è stato il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker che ha dichiarato “non c’è bisogno di discutere ovvietà. Siamo forti oppositori della pena di morte. Orban chiarisca subito che non è sua intenzione. Se lo fosse, ci sarebbe uno scontro”.

Sempre in seguito all’ipotesi di ripristino della pena capitale in Ungheria, il parlamento europeo ha convocato d’urgenza la commissione per le libertà civili che esaminerà la vicenda. Bisogna ricordare che in terra magiara la pena capitale era stata abolita nel 1990 dalla Corte Costituzionale e nel 2014 l’Ungheria ha cosponsorizzato e votato in favore della risoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Favorevole al ripristino della pena capitale per frenare la criminalità in aumento è il partito nazionalista Jobbik che aveva già proposto l’iniziativa ventilata da Orban. Il primo ministro ungherese cerca di recuperare i consensi persi, in seguito alla perdita dei due terzi della maggioranza in parlamento e dopo la recente vittoria nelle elezioni suppletive di Jobbik, che al momento è la seconda forza politica nel paese.

Guido Bruno

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