Washington, 21 nov – Un recente articolo pubblicato sul New York Post ha messo in luce come alcuni numeri delle previsioni governative sul lavoro siano stati manipolati dal 2010, compresi quelli pubblicati durante la campagna presidenziale del 2012.
I numeri riportati nell’articolo fanno parte di alcuni documenti dell’Ufficio del Censimento di cui è venuto in possesso il New York Post. Addirittura a Philadelphia sarebbe stato colto in flagrante un dipendente mentre modificava i dati che hanno poi contribuito a stilare uno dei report mensili sulla disoccupazione.
Il Census Bureau americano compila i dati per la parte del sondaggio relativa ai nuclei familiari regionali che poi finisce nel report finale del Dipartimento del Lavoro. L’altra parte del report è il sondaggio sul numero di assunzioni compilato dall’Ufficio di Statistica con l’assistenza dei singoli Stati e con le informazioni pubblicate dalle società mese per mese.
Julius Buckmon è un dipendente del Bureau che si è occupato di contattare cittadini e famiglie nella regione di Philadelphia affinchè si possa poi procedere ai risultati sul grado di occupazione. Questo dato, secondo gli uffici di statistica statunitense, è di gran lunga più affidabile rispetto ad altri proprio perchè l’estrema mobilità lavorativa degli americani rende difficile la cristallizazione delle percentuali. Buckmon ha dichiarato al Post che non c’erano regole chiare su come andava gestita una situazione in cui la gente non rispondeva al telefono o al campanello della porta di casa. Ciononostante, andavano trovate 9 famiglie su 10 disponibili. Per questa ragione si è giustificato confermando che i dati sono stati in gran parte creati artificialmente aggiungendo gente fittizia con un impiego. Questo ovviamente ha contribuito ad abbassare i livelli del tasso di disoccupazione Usa con cui Wall Street spesso festeggia banchettando a suon di acquisti e speculazione finanziaria.
Ci sono sei regioni dalle quali i dati sono rilevati per il sondaggio del Census. Le aree di Philadelphia e New York non hanno raccolto il numero sufficiente di statistiche e Buckmon sostiene che gli è stato detto di inventasi i dati di sana pianta. “Si è trattato di una conversazione telefonica. Non mi ricordo le parole esatte, ma era qualcosa del tipo “vai avanti lo stesso, inventale per far si che venga fuori quello che era in realtà”.
La fonte anonima che ha fornito i documenti al Post dice che la pratica è più estesa, che non si ferma solo a un dipendente e che va avanti ancora oggi. Viene citata anche l’elezione presidenziale del 2012, quando il tasso di disoccupazione è sceso ai minimi di 44 mesi proprio prima di inizio novembre.
L’indagine adesso verrà portata avanti dall’ispettore generale del Dipartimento del Commerco, l’agenzia federale incaricata di controllare il Census Bureau americano, ma la sensazione che l’impostura sia compenetrata in seno a quella che molti definiscono “la più grande democrazia del mondo”, è oggettivamente sempre più concreta.
Giuseppe Maneggio