Roma, 29 feb – Il frenetico susseguirsi delle notizie sull’aggravamento dell’epidemia coronavirus stanno assumendo i toni della crisi finanziaria del 2008, quando l’economia finanziaria mondiale precipitava e si sarebbe “salvata” mettendo il disastro a carico dei cittadini europei e americani.
Il “focolaio” Cina
La Cina è la seconda volta in dieci anni che origina un’epidemia planetaria, in entrambi i casi il virus è originato per passaggio dagli animali all’uomo e in entrambi i casi l’origine è dovuta alle folli abitudini alimentari e commerciali dei cinesi, coi mercati pieni di animali vivi che vengono venduti senza alcun controllo sanitario. Topi, serpenti, pipistrelli… a vedere i video su youtube si resta basiti e oltretutto questa pratica non è solo cinese ma dell’intera Asia (gli stessi giapponesi non disdegnano i piatti di pesce crudo, anche se questo rispetto a sorci e pipistrelli è roba da oratorio).
Fabbricare bicchieri
Ma non basta, qui sotto vedete la medesima attività in Cina e Italia: fabbricazione di bicchieri.
Ora la ditta cinese che lavora fuorilegge rispetto a qualsiasi standard occidentale manderà fallite le aziende occidentali per i costi di produzione minori, e dall’occidente (e dall’Italia) gli arriveranno investitori che vorranno lucrare il profitto di sistemi di produzione delinquenziali, che praticano il dumping economico, ambientale, di sicurezza, di ore lavorate, di lavoro minorile etc. arrivando alle reti anti-suicidio di cui godono i lavoratori cinesi della Foxconn che produce per Apple.
Tutti i trucchetti cinesi
Il governo cinese, formalmente comunista, ci mette del suo tenendo la moneta sette volte più bassa rispetto al mercato delle valute, applicando dazi fino al 165% sui prodotti occidentali, ed assicurando al suo sistema economico fondi illimitati.
Questi “investitori” italiani sono tenuti in gran conto dai liberal-liberisti, vezzeggiati, invidiati, esaltati, esempi di chi “guadagna” superando (ignorando) i vincoli etici che già erano presenti nel liberismo delle origini di Adam Smith. Perché in tutte le epoche si è almeno tentato di legare i rapporti di lavoro a un minimo di “eticità”, nel liberismo delle origini di Adam Smith era rappresentata dalla necessità per il padrone di mantenere la buona considerazione presso la comunità in cui viveva e questo, almeno per le persone con una sensibilità religiosa, ne mitigava gli eccessi.
E questo non vale più per gli “investitori” globalizzati che muovono solo moneta indifferentemente in una fabbrica di bicchieri in Cina o un bordello per minorenni in Thailandia, riparandosi dietro la scusante che nemmeno sanno in quale attività finiscono i loro soldi, e nemmeno lo vogliono sapere purché i profitti siano abbondanti e pagati puntuali.
Nulla di nuovo sotto il sole visto che il capitalismo si è sempre diviso fra persone come Camillo e Adriano Olivetti e gli anonimi britannici che nel 6-700 costituivano società per finanziare l’armamento di una nave da dedicare al commercio degli schiavi fra l’Africa e le Americhe: il commercio degli schiavi è nel diritto di ogni cittadino inglese – disse Re Giorgio – ma occorre ricordare che fra i primi schiavi deportati nel 1619 nella colonia inglese di Jamestown alcuni fossero nello status di “servitù debitoria”, che nelle americhe riguardò anche i bianchi dichiarati insolventi tornando indietro anche rispetto alla Legge Poetelia Papiria di Roma del 326 a.c. E questo della “schiavitù per debiti è un altro problema connesso al globalismo.
Contromisure
Che fare visto che la Cina ha avviato una competizione globale che ci danneggia sia dal punto di vista economico che sanitario?
– Intanto lapidare verbalmente chi va in tv a magnificare questa situazione, ad esaltare il globalismo, a magnificare i “capitali coraggiosi”, a dichiarare la supremazia del Mercato sull’Etica. E’ necessario per cambiare la percezione dei fatti economici presso il grande pubblico regolarmente imbonito e condizionato dai media;
– Fare come Trump che ha invertito la tendenza e costretto Cina e Corea del Nord a trattare alle sue condizioni;
– Fare come Putin che ha marginalizzato e ridotto all’obbedienza gli oligarchi che sotto Eltsin avevano devastato la Russia;
– Penalizzare le aziende che delocalizzano impedendogli di vendere nell’Ue;
– Penalizzare gli investitori che vanno a lucrare su sistemi di produzione delinquenziali, alla stregua di mafiosi e criminali di basso rango, confiscando gli investimenti e associandoli al pubblico erario;
– Obbligare il governo cinese, indiano o del resto dell’Asia ad attuare gli stessi standard socio-economico-sanitari occidentali e a rispettare la legislazione internazionale sui brevetti. Altrimenti nell’Ue (e speriamo anche negli Usa) non si vendono neanche le chiusure lampo.
Quindi bisogna aver fiducia nell’avanzare in Europa dei movimenti sovranisti, ma intanto boicottare il ogni modo il globalismo.
Luigi Di Stefano
5 comments
Tutto giusto ma ti ricordo che il pesce crudo lo mangiamo anche noi italiani e che gli standard igienici giapponesi sono anni luce avanti rispetto a tutta l’Asia. Pessima idea metterli in mezzo
Fare come… Penalizzare… Obbligare…. E chi dovrebbe farlo, i policantucoli italici? O peggio, quelli europei? Trafficoni, cialtroni, figure emesse dal mondo delle banche, mezze tacche lacchè degli usurai che speculano sui mercati asiatici….
È pazzesco che per leggere qualcosa di lucido e sensato bisogna andare sul giornale della terribile mostruosa casapound. Devo leggere il primato di nascosto per non essere visto.
Buona notte . Non siamo capaci di fare qualche sacrificio x abbassare il debito pubblico , e secondo te siamo in grado di capire che dobbiamo boicottare la Cina per tutte le giustissime cose scritte . Vai a convincere gli imbecilli dei molti Italiani che dobbiamo acquistare europeo che costa 10 volte tanto perché fatto con regole etiche giuste . ….
Se tutti noi cominciassimo a non comprare prodotti made in China allora si che le regole del mercato cambierebbero.
Vi assicuro che dall’abbigliamento all’elettronica si può fare a meno della cinesata made in Cina, certo i prodotti verrebbero a costare in più ma sarebbe l’inizio di un’ascesa per questo colosso che si troverà costretto ad adeguarsi alle normative vigenti in Europa, e allora poi vediamo se converrà il made in Cina.
Il primo passo deve essere fatto da noi consumatori, evitiamo di entrare all’interno di quei negozi con la lanterna rossa, evitiamo i ristoranti cinesi e tutto ciò che porta il marchio made in Cina.
Si può fare dipende solo da noi!!!!