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Il nemico alle porte: centinaia di africani assaltano l’enclave spagnola di Melilla

by Alice Battaglia
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Melilla, 23 ott – È di un morto e 19 feriti il bilancio dell’assalto di circa 300 immigrati africani alla recinzione di confine nell’enclave spagnola di Melilla, secondo ciò che le autorità hanno riferito dall’agenzia Reuters. La polizia locale ha riferito che il decesso sembra dovuto a un arresto cardiorespiratorio durante il tentativo di sfondamento, e che i quasi venti feriti che hanno riportato fratture e tagli nell’azione sono sotto controllo medico.
Più di duecento clandestini sono invece riusciti nell’impresa di scalare la barriera col Marocco, alta più di sei metri e sormontata dal filo spinato, ma sono stati fermati e condotti in un centro di accoglienza a Melilla, dove i funzionari spagnoli hanno cominciato i processi di identificazione. Alla fine di agosto era successa una cosa simile a Ceuta, che al pari di Melilla è una città autonoma spagnola situata sulla costa orientale del Marocco: un’altra “porta d’ingresso” per gli immigrati che cercano l’accesso dall’Africa del Nord, insomma. In quel caso un centinaio di africani erano stati rispediti oltre il confine, facendo scattare l’indignazione di massa delle associazioni pro diritti umani.
Sono più di 6.000 dall’inizio dell’anno gli immigrati che hanno tentato questa strada per guadagnare con forza la volta dell’Europa. Più di 40.000 sono invece arrivati via mare sulle coste dell’Andalusia da quando le rotte dell’immigrazione clandestina sono cambiate, sia a causa della decisione del governo italiano di vietare l’attracco nei propri porti alle navi di soccorso, sia per via dell’accordo raggiunto tra Unione Europea e Turchia per diminuire i flussi verso la Grecia.
Per il momento, la Spagna sta spesso riuscendo a “restituire al mittente” i clandestini, grazie a quelli che il ministro dell’Interno spagnolo definisce come “ottimi accordi bilaterali” tra i due Paesi. Va detto però che la maggior parte dei clandestini giovani uomini provenienti dalla Guinea e dal Mali. Fino a quando, allora, il Marocco sarà disposto a riprendersi quelli che non sono neanche suoi cittadini?
Alice Battaglia

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