Ma non è tutto: il giorno del blitz nella casa del quartiere Forest, a Bruxelles, un poliziotto avrebbe per sbaglio aiutato Salah nella fuga (sarebbe stato arrestato pochi giorni dopo). “Via, via, non potete stare qui, è in corso un’operazione di polizia!”, avrebbe gridato un agente a due uomini che stavano uscendo dalla casa. Erano Salah Abdeslam e Amine Choukri, che scappavano dal retro dell’abitazione. Se si aggiunge che i fratelli El Bakraoui, che si sono fatti saltare in aria negli attentati di Bruxelles, erano noti alle autorità americane ed erano inseriti nel database anti-terrorismo degli Stati Uniti e che uno dei due era stato estradato dalla Turchia con la segnalazione di “foreign fighters” per essere poi rimesso in libertà su segnalazione delle autorità belghe, il quadro è completo. I Barkoui, peraltro, avevano entrambi violato gli obblighi della libertà vigilata e sarebbero dovuti tutti e due tornare in carcere per finire di scontare condanne a 5 e 9 anni inflitte loro nel 2011 per rapina e, in un caso, per tentato omicidio nei confronti di un agente di polizia. Per due volte Khalid era stato sorpreso in compagnia di pregiudicati – circostanza non consentita dalle regole della libertà vigilata – ma non è mai stato preso alcun provvedimento punitivo nei suoi confronti.
Giorgio Nigra