Beirut, 5 ago – Sale il bilancio (ed è destinato ad aumentare) delle vittime in Libano a seguito delle terribili esplosioni avvenute a Beirut nel pomeriggio di ieri. Secondo la Croce rossa locale sarebbero 100 i morti e oltre 4000 i feriti, molti dei quali in condizioni gravissime. Ma è purtroppo ancora un bilancio provvisorio. I media locali riferiscono anche di centinaia di dispersi sotto le macerie. L’effetto della deflagrazione è stato devastante: il boato è stato udito fino all’isola di Cipro, distante più di 200 chilometri, l’urto pari a quello di un terremoto di magnitudo 4.5 ha sbriciolato edifici nel raggio di chilometri.

Le probabili cause

Il ministro degli Interni Mohammed Fahmi ha affermato che all’origine delle esplosioni vi sarebbe stato un carico di nitrato di ammonio di oltre 2700 tonnellate stoccato in un magazzino nelle vicinanze del porto dopo esser stato confiscato sei anni fa ad una nave mercantile nel 2014. I danni sono così devastanti che l’intero porto è stato bloccato. Dalle testimonianze video e dalle foto appare evidente, prima della deflagrazione, la presenza di una nuvola arancione acceso come quella che appare quando viene rilasciato gas tossico di biossido di azoto dopo un’esplosione che vede la presenza di nitrati.

Sostanze tossiche 

E’ ora forte la preoccupazione per gli agenti tossici diffusi nell’atmosfera con l’esplosione. Il ministro della salute libanese Hamad Hasan ha consigliato a tutti coloro che ne hanno la possibilità di allontanarsi da Beirut. Le sostanze chimiche sprigionate nell’aria in seguito alle deflagrazioni sono altamente tossiche e potrebbero avere effetti a lungo termine sulla salute di chi le inala, quando non mortali. L’ambasciata americana consiglia di «rimanere al chiuso e indossare maschere» per evitare di inalare gas tossici.

Aiuti internazionali

Secondo l’emittente Al Jazeera, sarebbero tre gli ospedali distrutti dalle esplosioni e due quelli gravemente danneggiati, mentre sale di ora in ora il numero delle vittime. La Francia sta per inviare di un distaccamento di sicurezza civile e «diverse tonnellate di materiale sanitario». «Medici di emergenza raggiungeranno inoltre Beirut il prima possibile per rafforzare gli ospedali. La Francia è già impegnata», ha spiegato il capo dello Stato. Anche l’Italia ha promesso sostegno. Il presidente Michel Aoun ha chiesto ieri sera due settimane di stato di emergenza. Il premier Hassan Diab giura: «I responsabili pagheranno».

Il video dell’esplosione

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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