New York, 28 nov – Non si è fatta attendere la presa di posizione della Casa Bianca in merito alle crescenti tensioni nel sud-est asiatico tra Cina e Giappone.
Due bombardieri Boeing B-52, le famose “Fortezze volanti”, diventate celebri durante la Guerra Fredda ed il conflitto in Vietnam, hanno sorvolato i mari interessati dalla zona d’identificazione aerea stabilita in modo del tutto unilaterale da Pechino.
Gli isolotti in questione, disabitati, non hanno un grande valore, ma i mari circostanti sono ricchissimi di giacimenti sottomarini di gas e petrolio. Non è quindi un caso che la Cina, in rapido sviluppo ed affamata di risorse energetiche, sia interessata alla zona. Stesso dicasi per il Giappone ha fortissimi interesse a mantenere nel suo territorio i giacimenti. E noto infatti che la seconda e terza potenza economica mondiale non sono del tutto autosufficienti dal punto di vista energetico ed hanno accordi di importazione di gas e petrolio da Medio Oriente e Russia. E’ facile intuire come questi forti interessi,abbiano catalizzato le ostilità fra le due nazioni che persistono dalla fine del secondo conflitto mondiale.
Washington, che è legato al Giappone dal Trattato di Mutua Difesa tra Giappone e Stati Uniti, ha da subito fatto sapere di non riconoscere l’inclusione delle isole nella zona d’identificazione aerea e che rispetterà il trattato in caso di violazioni cinesi. il segretario alla Difesa Chuck Hagel ha annunciato che il gesto unilaterale di Pechino “non cambierà il modo in cui gli Stati Uniti conducono le proprie operazioni militari nella zona”. Quest’oggi infatti i due bombardieri B-52, decollati dalla base americana nell’isola di Guam, hanno svolto regolare missione in quello che per la Cina è un pezzo dei suoi cieli facendo però sapere che i B-52 non imbarcavano alcun ordigno.
Al momento non è nota la risposta cinese, con la speranza di evitare pericolosi incedenti come accadde nel 2001 quando un drone statunitense fu abbattuto dalle forze armate cinesi.
Cesare Dragandana