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Primo turno delle presidenziali francesi. C’è già uno sconfitto: l’Unione Europea

by Nicola Mattei
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primo turno franciaParigi, 22 apr – Undici candidati in lizza, un voto mai così incerto e la possibilità di strani e inediti incroci al secondo turno. Archiviato il crollo di centrosinistra e centrodestra, quasi marginalizzati (almeno rispetto alle precedenti elezioni) da un sistema elettorale da loro stessi creato in funzione difensiva, la Francia vive uno dei momenti di maggiore incertezza nella sua storia repubblicana del dopoguerra.

Qualunque sia il risultato che uscirà dalle urne, tuttavia, una parte sconfitta già c’è. Ed è quella dell’Unione Europea. Che siano le bordate di Marine Le Pen contro la costruzione comunitaria e la moneta unica o le posizioni tendenti all’euroscetticismo ma più moderate – quasi da far pensare ad uno Tsipras in salsa transalpina – di Mélenchon, il dato è inconfutabile: oltre il 40% degli elettori, se la portata dei sondaggi circolati in questi giorni saranno confermati, si schiererà apertamente per candidati che la scienza politica definisce “antisistema”, in questo caso da declinarsi come “anti-Ue”. Fatta eccezione per il referendum Brexit, si tratta di numeri mai toccati in alcuna elezione di un Paese aderente al consesso comunitario. D’altronde, stando ad alcune recenti ricerche, oltre il 50% dei francesi avrebbe di recente espresso dubbi – anche forti – sulla convenienza di rimanere ancorati all’Unione, vista con sempre maggiore insofferenza.

È altresì vero che il candidato in vantaggio sembra Emmanuel Macron, la cui posizione nettamente pro-Ue è nota, accreditato come papabile vincitore al primo turno e sicuro di spuntarla anche al ballottaggio, chiunque sia lo sfidante. Non è però detto, stando soprattutto alle ultime esperienze come quella britannica e quella americana, che i sondaggi – sui quali si sono verificati parecchi scontri in sede di campagna elettorale , con accuse di parzialità – riescano a carpire i veri sentimenti degli elettori, ai quali la posta in gioco affidata è estremamente alta. E che potrebbero canalizzare quel dato sulla disaffezione nei confronti di Bruxelles in una sorpresa che prenderà forma da oggi al 7 maggio.

Nicola Mattei

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