Berlino, 6 dic – Una app per scovare le canzoni politicamente scorrette. Un Shazam per reprimere rigurgiti nazionalisti. Questa è l’idea alla base della proposta secondo cui la polizia tedesca dovrebbe essere equipaggiata con simili dispositivi per riconoscere e immediatamente fermare chi trasmetta “musica nazista”, alla radio, ai concerti, o durante i cortei. Se ne discuterà in settimana all’incontro interministeriale a Osnabrück.
Attualmente ben 1090 brani sono messi all’indice dalla Commissione federale per il controllo dei media dannosi per i minori. La vendita di questo materiale multimediale è infatti ristretta ai minori di 18 anni, una sorta di pornografia musicale. Fra i brani “proibiti” gli inni della Germania nazista, fino ad arrivare ai brani degli Skrewdriver e al rock identitario.
Alcuni, come Simone Rafael, del sito “Network against Nazis” si dicono contenti dell’iniziativa, che “aiuterà le forze di polizia a sorvegliare le manifestazioni dell’estrema destra”.
La proposta tuttavia è in grado di sollevare, e sicuramente solleverà, spinosi problemi in materia di privacy (che un Paese politicamente corretto come la Germania non può ignorare). Ma al di là di questo rilievo più tecnico. ognuno dovrebbe essere libero, molto banalmente, di poter scegliere cosa ascoltare, dallo stereo di casa, al concerto, fino alla suoneria per il proprio cellulare: è abbastanza grottesca l’immagine di una folla di agenti che si avventa famelica su un malcapitato cittadino che venga chiamato al telefono e a cui parta una suoneria come “Lilì Marlene” o “Ich hatt’einen Kameraden”.
Il ridicolo potrebbe essere ulteriormente raggiunto qualora si tenga conto che moltissime canzoni che erano di gran moda in Germania durante gli anni dell’ultima guerra, come appunto “Ich hatt’einen Kameraden”o “Panzerlied,” vennero portate con sé dai reduci tedeschi in giro per il mondo, specialmente nella Legione straniera francese, che ne adottò tantissime modificando, o a volte limitandosi a tradurre, i testi. Arriveremo al punto di vedere arrestati dei legionari francesi che, solo per aver cantato con orgoglio le canzoni che ormai da sessant’anni costituiscono l’identità dei propri reparti, sono incorsi nel reato di “nazismo musicale”?
Meraviglie della tecnologia nell’era del politicamente corretto.
Valentino Tocci