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Lacrime di coccodrillo Blair: “Chiedo scusa per la guerra in Iraq”

by Roberto Derta
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blair soldati

L’ammissione di Blair: “Errori nella comprensione di quello che sarebbe successo una volta rimosso il regime di Saddam Hussein”.

Londra, 25 ott – In un’intervista concessa all’emittente Cnn, l’ex premier britannico Tony Blair ha chiesto scusa per l’intervento anglo-americano in Iraq del 2003, la seconda guerra del golfo al termine della quale vi fu la definitiva capitolazione di Saddam Hussein.

“Visto che Saddam Hussein non ha dimostrato di avere armi di distruzione di massa, la decisione di entrare in Iraq per rovesciare il suo regime è stato uno sbaglio?”, chiede l’intervistatore. “Posso dire – risponde Blair – che io mi scuso per il fatto che le informazioni di intelligence che avevano ricevuto fossero sbagliate, perché anche se Saddam le armi chimiche le aveva usate largamente contro il suo popolo e contro altri, quel programma non esisteva. Per questo posso chiedere scusa anche per alcuni degli errori di pianificazione. Sicuramente i nostri errori nella comprensione di quello che sarebbe successo una volta rimosso il regime“.

Prendendo spunto da ciò, il giornalista chiede se, guardando l’ascesa dell’Isis, la responsabilità sia da attribuire all’invasione dell’Iraq. “Ci sono elementi di verità – spiega Blair – anche se dobbiamo essere attenti. Non si può dire che chi ha deposto Saddam nel 2003 non abbia responsabilità per la situazione del 2015″. L’uso della doppia negazione è sibillino, tanto che Blair cerca di sviare il discorso: “L’Isis è nata da una base che si trova in Siria, non in Iraq. E in Siria non abbiamo cercato alcun intervento militare, pretendendo un cambiamento di regime”. Dall’Isis al regime di Assad, un accostamento sibillino e del tutto fuori luogo, dato che in Siria le posizioni sul campo sono abbastanza chiare. E dato anche che in Iraq l’insorgere del fondamentalismo islamico non coincide con la nascita dell’Isis ma ha trovato terreno fertile già dalla caduta del partito Baath.

Ammissione di colpevolezza per l’intervento in Iraq e parziale assunzione della responsabilità per la nascita dell’Isis. Nonostante ciò, Blair rimane comunque convinto che la deposizione del Raìs sia stato un fatto positivo: “Trovo difficile chiedere scusa per la rimozione di Saddam, penso che anche oggi, nel 2015, la situazione è migliore senza di lui piuttosto che con lui”. Se oltre un milione di civili morti nel far west post-deposizione sono una “situazione migliore”, c’è da credergli.

Roberto Derta

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Pierpaolo 25 Ottobre 2015 - 3:17

Il “pentimento” non ha nulla a che fare con l’opportunità di impiccarlo per i crimini da lui commessi.

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