Roma, 30 gen — «Il riscaldamento climatico causa, nei Paesi africani, l’aumento delle infibulazioni e delle altre mutilazioni sessuali femminili». Parola di Vice France, che ha rilanciato le dichiarazioni delle Ong Gams e Vision du monde: «Tutti i Paesi già toccati dal riscaldamento climatico che hanno l’abitudine dell’escissione, della clitoridectomia o dell’infibulazione», fa sapere Vice, «hanno visto tali pratiche aumentare drasticamente nel giro di qualche anno. In queste zone, le mutilazioni genitali femminili sono in aumento di quasi il 30%».

Le infibulazioni? Colpa del riscaldamento climatico

Come? La contorsione delle Ong per spiegare il fenomeno è notevole. «La grande siccità che sta colpendo il Corno d’Africa», prosegue l’articolo riportato oggi da La Verità, «sta minacciando l’equilibrio economico delle comunità dei villaggi. La perdita di bestiame e la desertificazione dei raccolti stanno minando la già fragile sicurezza alimentare delle popolazioni. Sull’orlo dell’abisso, alcuni genitori vedono nel matrimonio delle figlie una soluzione ai loro problemi e la mutilazione genitale garantisce di trovare rapidamente marito con in più una bella somma».

«Le famiglie», sottolinea con un’incredibile candore la sociologa e direttrice della Ong Gams, Isabelle Gillette-Faye, «hanno molti meno soldi per il cibo. Uno dei modi per avere una bocca in meno da sfamare e ricevere in cambio una dote è far sposare la propria figlia. Per essere sicuri che sia sposata, viene chiesto a una exciseuse di prendere il rasoio e fare il suo lavoro. L’impatto climatico ha innegabilmente giocato un ruolo nella precarietà di queste popolazioni. Ciò ha portato a una ripresa di questa pratica che era in procinto di essere abbandonata».

La colpa è (come sempre) dell’uomo europeo

Non sono dunque le (misogine) culture primitive locali che impongono alle donne torture abominevoli e un’esistenza solcata da sofferenze insopportabili, sin dalla più tenera età, no: è l’innalzamento delle temperatura globale, che causa desertificazione e morie di bestiame, inducendo le famiglie delle sventurate a mutilarle perché risultino «maritabili» in tempi brevi e dunque sia più agevole scrollarsele dal groppone.

L’equazione è così risolta: si deresponsabilizza la cultura etnica (che essendo selvaggia, è comunque buona o incolpevole) africana che vede le donne come un peso per la famiglia, da scaricare al primo arrivato previa mutilazione dei genitali, incolpando al contempo il cittadino europeo (colpevole per definizione) perché non si lava i denti con lo spazzolino di bambù e ha il termostato sui 19 gradi. In pratica, se in Somalia una bambina di nove anni viene infibulata e morirà per un’infezione sarà colpa di Mario Rossi e della sua decisione di non acquistare un’auto elettrica. Il quale, allo stesso tempo, dovrà ben guardarsi dal fare manspreading sulla metropolitana o mansplaining sul luogo lavorativo, e sentirsi in colpa per le microaggressioni nei confronti delle donne.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

3 Commenti

  1. Ecco perché il PD è entrato in confusione, per via del riscaldamento globale !!! Ho letto che anche le api sono disorientate per colpa del riscaldamento globale e non fanno più miele. Il PD ora una giustificazione ce l’ha, si squaglia al sole fino a sembrare m*r*a

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