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Lego, ennesima marchetta “inclusiva”: “Via le etichette di genere dai giocattoli”

by Cristina Gauri
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Roma, 11 ott — Dopo il set Lgbt per celebrare il mese del Pride, Lego ha annunciato l’ennesimo appecoronamento alle tematiche gender e politicamente corrette. L’azienda lavorerà infatti per rimuovere gli stereotipi di genere dai suoi giocattoli dopo che un sondaggio globale commissionato dalla società aveva rivelato come «gli atteggiamenti nei confronti del gioco», che si riverbereranno sulle «future carriere» tendono a «rimanere disuguali e restrittivi». I ricercatori hanno in sunto scoperto che mentre le ragazze acquisiscono ogni giorno di più sicurezza e desiderio di impegnarsi in una vasta gamma di attività, lo stesso non può dirsi per i ragazzi.

La Lego annuncia, niente più etichette di genere sui giocattoli

Il 71% dei ragazzi intervistati teme infatti di essere preso in giro se sorpreso a giocare con i set di costruzioni descritti come «giocattoli per ragazze» sulla confezione — una paura condivisa anche dai genitori. «I genitori sono più preoccupati che i loro figli vengano presi in giro per aver giocato con giocattoli associati al genere femminile», ha affermato Madeline Di Nonno, amministratore delegato del Geena Davis Institute on Gender in Media , che ha condotto la ricerca.

Lo studio ha rilevato che nel 2021 i genitori incoraggiano ancora i figli maschi a fare sport o attività tecnico-scientifiche, mentre le figlie vengono spinte a ballare, travestirsi o cucinare. Per la Lego, quindi, saremmo educativamente in pieno Medioevo. Inammissibile nell’era della fluidità totale e dell’annullamento delle differenze tra uomo e donna. E quindi quale sarebbe la soluzione? Togliere l’etichetta «per ragazzi» o «per ragazze» dalle scatole di costruzioni Lego. «C’è asimmetria», rincara la prof.ssa Gina Rippon, neurobiologa e autrice di The Gendered Brain. «Incoraggiamo le ragazze a utilizzare giochi “da ragazzi’, ma non il contrario».

Fesserie progressiste

«Quindi, se le ragazze non giocano con i Lego o altri giocattoli da costruzione, non svilupperanno le abilità manuali che le aiuteranno nella vita futura. Se i ragazzi non vengono incoraggiati a giocare con le bambole, perdono la capacità di accudire altri esseri umani». Il che è una fesseria bella e buona: sarebbe come dire che fino ad ora, nello spazio di azione della cosiddetta «società patriarcale» con i ruoli di genere ben definiti e divisi, gli uomini non sono mai stati in grado di occuparsi di altri esseri umani perché non giocavano con i bambolotti. 

Ma ormai la strada è spianata. «Stiamo lavorando per rendere Lego più inclusivo», spiega Julia Goldin, capo del marketing di Lego Group. Lego, pertanto, non etichetterà più nessuno dei prodotti «per ragazze» o «per ragazzi». Sul sito Lego.com è già scomparsa la ricerca «per genere» e apparsa quella «per interesse». Largo al progresso.

Cristina Gauri

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