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L'incredibile fuga dal carcere del boss messicano "El Chapo"

by Giorgio Nigra
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chapo-04-e1393356165917Roma, 14 lug – Fuggire di prigione scavando un tunnel? Roba da fil carcerario di quart’ordine. O forse no. Chiedetelo per conferma a Joaquin “El Chapo” Guzman, leader incontrastato del cartello messicano di Sinaloa, uno che ha ammesso di avere sulla coscienza tra i due e i tremila omicidi.
Arrestato nel febbraio del 2014, il boss è riuscito a farla franca evadendo dal carcere di Altiplano proprio grazie a un tunnel di un chilometro e mezzo che partiva dalla sua cella e arrivava in una abitazione in costruzione di un villaggio vicino.
Un’operazione non priva di una certa perizia ingegneristica, tanto da far pensare a qualche complicità comprata a suon di dollari, che certo al cartello non mancano. Secondo gli esperti, la realizzazione della galleria per l’evasione ha richiesto un lavoro durato molti mesi, forse un anno. Con gli scavatori – alternati in gruppi da 4 – sono stati costretti a spostare montagne di terra. Possibile che nessuno si sia accorto di nulla?
Destano inoltre più di un interrogativo le tempistiche della fuga da film: l’allarme del Centro Federal de Readaptación Social è scattato alle 20.52 di sabato, il Procuratore che indaga sull’evasione ne è stato informato solo dopo le 23.00 e i poliziotti sono arrivati in loco soltanto alle 00:30. In queste tre ore e mezza, il Chapo ha percorso il tunnel e, raccolto dai suoi complici all’altra estremità, si è dato alla macchia.
Per il presidente messicano Enrique Pena Nieto, la cosa si fa sempre più imbarazzante. Oggi, dopo aver annunciato il licenziamento del direttore dalla prigione di massima sicurezza di Altiplano e aver ammesso che qualcuno dall’interno del carcere ha aiutato il boss, il governo ha offerto una taglia di 60 milioni di pesos (3,4 di euro) a chi contribuirà alla cattura dell’uomo.
Già nel 2001, Guzman era evaso dalla prigione di massima sicurezza di Puente Grande nascondendosi in un furgone che portava via la biancheria sporca.
Il cartello di Sinaloa, o cartello del Pacifico, ritrova quindi il suo capo storico. L’organizzazione opera nello Stato di Sinaloa, Sonora e Chihuahua. Gestisce un traffico di droga che negli ultimi anni ha iniziato ad estendersi anche in Europa (Francia, Regno Unito e Paesi Bassi). Nel 2011, inoltre, sono stati arrestati 3 presunti esponenti del cartello a Lipa City nelle Filippine per traffico di metanfetamine.
Guzman gestisce il traffico di droga colombiano, la marijuana messicana e l’eroina messicana e del sud-est asiatico. Il cartello è collegato con il Cartello di Juárez contro il Cartello del Golfo e il Cartello di Tijuana. Nel 2009 Guzman è stato inserito nella lista degli uomini più ricchi del mondo di Forbes con un patrimonio stimato in un miliardo di dollari.
Giorgio Nigra

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