Santa Caterina del Sinai, 19 apr. – L’attentato al monastero di Santa Caterina del Sinai, cha ha provocato la morte di un agente di polizia e quattro feriti, è stato rivendicato dall’Isis. Una nota apparsa sull’agenzia di stampa Amaq, voce del gruppo affiliato del Califfo nella penisola del Sinai, afferma che “l’attacco condotto nel sud del Sinai è stato eseguito dai combattenti dello Stato islamico”.
L’attacco si è verificato nella tarda serata di ieri, nei pressi del posto di blocco sulla strada che porta a quello che è considerato uno dei più importante santuari della cristianità d’oriente, il più antico monastero cristiano ortodosso al mondo, innalzato 15 secoli fa dall’imperatore Giustiniano nel cuore del Sinai meridionale, e dal 2000 patrimonio dell’Unesco. Santa Caterina sorge ai piedi del monte Sinai, ed è il luogo cristiano più vicino al luogo dove Mosè ricevette da Dio le tavole della legge. Per questo è adorato dalle tre religioni monoteiste.
Il ministero dell’Interno del Cairo ha spigato che “molti elementi armati provenienti dalle montagne vicine hanno aperto il fuoco contro le forze di polizia. Si è avuto uno scambio di colpi d’arma da fuoco e i servizi di sicurezza hanno preso il controllo della situazione ferendo alcuni degli assalitori, obbligandoli a fuggire. Alcuni hanno abbandonato le armi per poter scappare e portare con sé i feriti”.
L’attentato a Santa Caterina arriva a poco più di una settimana dalla visita del Papa in Egitto, che sarà accompagnato dal patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo. Quanto avvenuto a Santa Caterina del Sinai è il termometro dell’escalation di violenze che i cristiani, che compongono il 10% della popolazione, subiscono in Egitto. E il segnale che la follia omicida degli estremisti islamici oltrepassa ogni limite, e se ne infischia di Maometto.
Perché Santa Caterina è un monastero sacro anche all’Islam, perché qui fu protetto Maometto dai nemici. Pertanto lo stesso Profeta, grato ai cristiani per averlo salvato, scrisse una lettera firmata con l’impronta della sua mano, in cui Maometto difende il culto cristiano e i suoi seguaci. Il documento fino al 1517 era conservato proprio nella grande biblioteca del monastero di Santa Caterina del Sinai, poi gli ottomani lo trasferirono a Istanbul, nel palazzo del sultano Selim I. Oggi la lettera originale si trova nel Museo Topkapi di Istanbul. La lettera, ritenuta autentica da grandi giudici dell’Islam, ha sempre rappresentato la garanzia di libertà religiosa per i cristiani d’Egitto. A Santa Caterina c’è anche una moschea, mai aperta al culto perché costruita non in direzione della Mecca, che tuttavia testimonia la pacifica convivenza con i musulmani nel corso degli anni.
Intanto fonti di intelligence israeliane rivelano che la flotta degli Stati Uniti nel Mediterraneo si starebbe muovendo in vista di un possibile lancio di missili da crociera Tomahawk sulle roccaforti dell’Isis nel Sinai. Un’eventualità già discussa durante la visita alla Casa Bianca del presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi del 3 aprile scorso. E Israele è fortemente interessato a quanto sta avvenendo sul Sinai, dato che i lanci di razzi Katyusha negli ultimi tempi si sono intensificati. Di qui la decisione di Gerusalemme di mantenere la chiusura della frontiera a Taba, sigillata dopo gli attacchi nei giorni precedenti la Pasqua ebraica.