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Lo Zambia trova un accordo coi suoi creditori (su tutti, la Cina) per “ridurre” il debito

by Giuseppe De Santis
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Roma, 2 lug – Come altri Paesi africani, anche lo Zambia ha un grosso debito estero che pesa come un macigno sulle casse dello Stato, visto che sottrae risorse ad altri servizi essenziali. Non a caso, nel 2020 lo Zambia si è trovato nell’impossibilità di pagare quanto dovuto, una situazione che non aveva avuto precedenti nella storia di questa nazione. Da allora il governo zambiano ha cercato un accordo coi suoi creditori, ma le trattative sono state rese difficili dalla riluttanza della Cina di fare concessioni. Di conseguenza, anche gli altri Paesi creditori non sono stati disponibili a concedere ritardi nei pagamenti o a rinunciare a parte dei crediti.

Perché è importante l’accordo sul debito dello Zambia 

Nei giorni scorsi però, è arrivata una svolta che ha cambiato le carte in tavola. La Cina e altri Paesi creditori hanno finalmente deciso di ristrutturare il debito: passa così a 6,3 miliardi di dollari (di cui 4,1 verso la Cina) che lo Zambia ha nei loro confronti, permettendo al Paese africano di risparmiare importanti somme di denaro. Infatti, secondo i termini dell’accordo in questione, il debito vedrà la sua durata allungarsi di 20 anni, al fine di permettere allo Zambia di avere più  tempo per ripagare quanto dovuto. Inoltre, per i primi 3 anni pagherà solo gli interessi.
Al momento questo accordo riguarda solo il debito con la Cina e altri paesi creditori, nonché con istituzioni come il Fondo Monetario e la Banca Mondiale, ma esistono buone probabilità che un simile accordo possa essere raggiunto anche per il debito con creditori privati. Nel frattempo, grazie a questa intesa, il Fondo Monetario ha versato allo Zambia 188 milioni di dollari, una parte del prestito da 1,3 miliardi di dollari approvato nell’agosto del 2022.
Come è facile immaginare, molti cittadini dello Zambia hanno accolto positivamente la notizia, con altri Paesi africani che osservano interessati, poiché aspirano a strappare accordi simili con i propri creditori.
Giuseppe De Santis

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