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Il paradosso di Trump: un governo di falchi per una politica isolazionista?

by Guido Taietti
2 comments

Washington, 26 mar – Il Presidente Usa Donald Trump ha costruito la sua fulminante carriera politica sul mettere la politica interna al centro della propria narrazione. In merito alla politica estera ha ribadito più volte posizioni neo-isolazioniste che hanno spinto alcuni commentatori a definirlo, in modo sicuramente eccessivo, ma molto significativo, una sorta di “Gorbacev americano” che poco per volta riducesse e smantellasse l’impero statunitense e uscisse dal solco dell’interventismo dei presidenti che lo hanno preceduto.
Un interventismo che, agli occhi di Trump, è costato troppo al contribuente americano e che tutto sommato non ha neppure raggiunto particolari obiettivi politici non riuscendo ad impedire la crescita di grandi nuovi avversari come la Cina o la Russia, o gettando le premesse per una quasi paralisi della Nato.
L’atteggiamento di Trump è nei fatti relativamente più disteso e anche in situazioni dove altri presidenti avrebbero reagito in modo più diretto ha sempre preferito il minimo ricorso alla forza militare ed il coinvolgimento di nuovi attori politici, o quando possibile, tenta di delegare agli alleati. Basti pensare alla gestione del problema atomico in Nord Korea o all’atteggiamento verso la Russia dove Trump ha una posizione molto più moderata di quasi tutti i leader occidentali.
Eppure c’è un grande “però”. In questo anno abbondante di Presidenza abbiamo assistito a numerosi cambi della sua squadra politica: sia a livello di governo, sia a livello di staff che di vertici federali. In questo turbinio di nomi e cariche, oggi assistiamo ad una combinazione di falchi ai vertici dell’amministrazione che non si vedeva da decenni.
Mike Pompeo passa dall’essere il capo della Cia ad essere Segretario di Stato. Al suo posto, alla guida dell’agenzia, Gina Haspel: una donna considerata “fanatica e compromessa” persino per i loro parametri. Infine come consigliere per la sicurezza nazionale è stato nominato in questi giorni John Bolton, famoso per le sue passate interviste in cui suggeriva di dichiarare guerra alternativamente all’Iran, alla Korea del Nord, alla Cina ed alla Russia.
Come si spiega questa apparente schizofrenia di Trump nel predicare distensione e nel circondarsi di guerrafondai? Trump è essenzialmente preoccupato dei suoi avversari interni, della stampa, dei rivali del partito repubblicano, dei vertici Dem, del suo consenso e a questo scenario interno adatta la sua strategia. Ha dunque bisogno di uomini e donne che sappiano pertanto lavorare in un costante attacco da parte di media e avversari politici. Persone intransigenti che abbiano in passato vissuto situazioni analoghe e non prestino il fianco a gaffes o cedimenti mentre devono portare avanti la politica scelta dal Presidente. Infine sceglie personaggi sacrificabili: mostrando loro che nessuno è intoccabile li costringe alla totale fedeltà spaventati da trovarsi senza lavoro neppure in futuro (lavorare per Trump non farà un buon curriculum agli occhi delle prossime eventuali amministrazioni).
Continuando a cambiare i membri della propria squadra Trump è il centro, il motore immobile (e mobile) di una amministrazione della quale soltanto lui sembra poter conoscere il domani. In questo modo, per quanto possa sembrare controintuitivo, crediamo che possa riuscire a perseguire la sua politica di minore interventismo, anche se circondato dalla peggiore squadra di falchi ed interventisti che la storia recente ricordi.
Guido Taietti

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2 comments

Cesare 26 Marzo 2018 - 4:04

Oggi, 26 Marzo 2018, il governo in scadenza e abusivo Gentiloni ha espulso 2 diplomatici russi !!Questo per scimiottare Trump che ha espulso altri 60 diplomatici russi con la scusa dell’ avvelenamento in Inghilterra della ex spia russa in cui la Russia non c’entra niente.Se adesso puntano altre atomiche sull ‘Italia per rispondere a possibili aggressioni dei pupazzi della dittatura finanziaria , ringraziamo il servo dei globalisti Gentiloni.Sicuramente lo ringraziano anche tutti gli ex esportatori italiani in Russia

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Cesare 26 Marzo 2018 - 4:28

Un ulteriore dettaglio; dei 60 russi espulsi da Trump, ben 12 sono rappresentanti russi alle nazioni unite e quindi non sotto giurisdizione USA!! Si vede che Trump vuole far passare tutte le loro bugie sulla Siria senza opposizione da parte russa?!.Si aspettano ora i commenti degli altri paesi sovrani( non certo quelli europei) su questo scandalo della espulsione di diplomatici dell’ ONU situata a New York

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