Roma, 21 gen – L’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime ha fatto salire enormemente il tasso d’inflazione anche in Polonia.
Il mese scorso il governo polacco ha ridotto l’Iva sull’elettricità e sul gas per il periodo che va da gennaio a marzo al fine di ridurre il costo delle bollette per le famiglie.
I contribuiti alle famiglie del governo polacco
La scelta di effettuare il taglio in questo periodo non è casuale, visto che coincide col rigido inverno polacco ed è il periodo dell’anno in cui i consumi di gas ed elettricità di conseguenza sono al massimo. Se questo non fosse abbastanza il governo ha anche previsto contributi che variano da 100 a 300 euro per famiglia al fine di aiutare le fasce più deboli colpite dal caro inflazione. Dopo quanto fatto, sarebbe stato facile pensare che il governo di Varsavia non avrebbe preso altri provvedimenti. Invece pochi giorni fa il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, ha annunciato altri tagli all’Iva per ridurre ulteriormente i tassi di inflazione e aiutare le famiglie polacche.
Così la Polonia taglia l’Iva
Le nuove misure annunciate da Morawiecki prevedono il taglio dell’Iva per i carburanti che passa dal 23% all’8% e l’azzeramento dell’Iva per i prodotti alimentari. Si tratta di “uno scudo anti-inflazione 2.0’”, ha dichiarato il premier polacco. “Ricordiamo che a inizio dicembre 2021 un litro costava già oltre 6 zloty (circa 1,30 euro)”, ha precisato Morawiecki. Questi nuovi tagli entreranno in vigore da febbraio e dureranno sei mesi, il termine massimo consentito dall’Unione Europea e il tempo necessario per permettere al sistema polacco di rafforzarsi così da prevenire ulteriori aumenti.
Anche se è difficile quantificare gli effetti di queste misure sui tassi di inflazione, è possibile vedere che l’aumento dei prezzi e stato più basso del previsto e quindi gli effetti benefici di queste misure verosimilmente si noteranno nei prossimi mesi. Secondo alcune stime il costo di questi tagli per le casse dello Stato potrebbe essere di 5 miliardi di dollari.
Giuseppe De Santis
4 comments
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Qualcuno sa guardare la Svizzera… nei suoi lati vecchi e fondativi di tenuta quantomeno storico-materale.
Minimo impossibili per i ns. reazionari cultural maoisti.
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