
Stupisce soprattutto l’ampiezza con cui il Front national viene dato in vantaggio in alcune regioni: in Nord-Pas-de-Calais-Picardie, dove Marine Le Pen in persona è candidata alla presidenza della regione, la fiamma tricolore blubiancorossa avrebbe addirittura ottenuto il 42,1%. Sempre secondo le prime stime Marion-Maréchal Le Pen è accreditata prima al 41,2% al primo turno delle elezioni regionali nella regione Provence-Alpes-Cote-d’Azur. I socialisti sarebbero in vantaggio in Aquitania e Bretagna, la destra di Sarkozy in Normandia e Loira, in Corsica – dove l’affluenza è stata altissima – si registrerebbe un sostanziale pareggio tra la sinistra e una lista regionale.
Il segnale, per la politica francese, è forte e chiaro. A nulla è valsa, quindi, l’alzata di scudi di destra moderata e sinistra, oltre agli appelli all’antifascismo dei giornaloni democratici e del leader degli industriali transalpini. Appelli che, al contrario, hanno confermato all’elettorato la presenza di una confederazione oligarchica e trasversale di élite sganciate dal popolo, unite in una santa alleanza contro l’unico partito realmente popolare oggi in Francia.
Ora non resta che attendere i risultati definitivi e poi proiettarsi verso il secondo turno: la linea Maginot di destra e sinistra unite fermerà ancora una volta l’accesso al potere (locale, stavolta) del Front national oppure l’ora di acquisire crescenti responsabilità di governo è finalmente giunta per Marine Le Pen?