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Riecco Aleksej Navalny, il dissidente russo in cerca di notorietà

by La Redazione
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Mosca 13 giu – Sono 731 i fermi a Mosca e nelle principali città russe nel corso delle manifestazioni di protesta contro il presidente Vladimir Putin. In testa al corteo di Mosca, che non è stato autorizzato dal Comune, avrebbe dovuto esserci Aleksej  Navalny, il principale oppositore di Putin, che però è stato bloccato nell’androne di casa sua dalla polizia mezz’ora prima che la manifestazione cominciasse. E Navalny per protestare aveva scelto una data non casuale: ieri era il “giorno della Russia”, cioè la festa dell’indipendenza.

Navalny, professione blogger e segretario del Partito del Progresso anti Putin è stato condannato a 30 giorni di carcere per violazione alle norme che regolano i raduni pubblici. A darne notizia la moglie, via twitter. Un fama, la sua, che corre soprattutto sul web. E soprattutto in Occidente, dal momento che come abbiamo già scritto in passato, un sondaggio del 2015 rivelò che soltanto il 49% dei cittadini russi ne aveva sentito parlare e appena il 10% provava simpatia per il personaggio. E anche se nel 2013 arrivò secondo nelle elezioni a sindaco di Mosca, con il 27 per cento dei voti (ma il sindaco uscente di voti ne prese quasi il doppio), non si deve perdere di vista la reale estensione della Russia. Non solo, il suo gradimento pre elettorale, dagli ultimi sondaggi, non va oltre l’1%.

Del partito Russia Unita, quello di Putin, dice: “Sono ladri e truffatori”. Ma se si guarda il personaggio a tutto tondo, Navalny non è un campione di onestà, con le sue multiple condanne per frode e appropriazione indebita collezionate nel corso degli anni. Ma le sue disavventure giudiziarie, secondo lui, altro non sono che creazioni ad arte tese a ostacolarlo e a eliminarlo dalla scena. Insomma, due pesi e due misure proprio per lui che è un paladino della giustizia.

È come se periodicamente questo dissidente avesse bisogno di azioni mediatiche di rilievo per far parlare di sé e avere i suoi momenti di notorietà. Di solito funziona, poiché sempre quando si parla di lui i media mainstream lo dipingono come un martire, un difensore della libertà, dei diritti, della democrazia, che Putin sistematicamente calpesterebbe. Anche nei fatti di ieri le cose sono andate secondo copione. La repressione condotta dalle autorità russe è stata condannata anche dalla Casa Bianca: “I russi meritano un governo che sostenga l’uguaglianza di trattamento davanti alla legge e la possibilità di esercitare i loro diritti senza timori di rappresaglie”, ha detto il portavoce Sam Spicer, dopo aver condannato “con forza” gli arresti di centinaia di partecipanti alla manifestazione anti corruzione a Mosca e a San Pietroburgo.

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ranio 14 Giugno 2017 - 10:08

I Russi meritano Putin che gode di una popolarità talmente vasta da far apparire antidemocratici tutti i governi occidentali per lo più odiati dai propri cittadini.

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