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Trovata fossa comune sovietica con migliaia di soldati dell’Asse (anche italiani)

by La Redazione
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fossa comune sovieticaMosca, 16 set – A Kirov, una città di quasi mezzo milione di abitanti sul fiume Vjatka, lungo la ferrovia Transiberiana, a circa 800 chilometri a nord di Mosca è stata ritrovata una gigantesca fossa comune sovietica nella quale sono stati rinvenuti migliaia di resti di cadaveri di soldati, anche molti italiani, che giacevano da settant’anni sotto quattro metri di terra nella steppa russa. Sono stati ritrovati per caso anche grazie alla collaborazione del Gruppo Speleologico Carsico di San Martino del Carso. Ora si potrà gettare nuova luce sui migliaia di soldati italiani che fino a ieri erano ufficialmente dati per dispersi.

La quantità di resti umani ritrovati è incredibile. Con molta probabilità, e stando a quanto riportano gli studiosi, si tratterebbe di militari fatti prigionieri dai russi nei primi mesi del 1943 a seguito della controffensiva di Stalingrado.  In realtà la scoperta risale a tre mesi fa, quando in zona furono scoperti nove campi staliniani dove si ipotizzava fossero sepolti almeno duemila soldati italiani.

“Siamo grati all’amico ungherese Szebenyi István, dell’associazione Had-és Kultúrtörténeti Egyesület, per la segnalazione che ci ha inviato e ci ha permesso di metterci in contatto con chi in Russia si sta occupando di questo ritrovamento eccezionale. Sono associazioni con cui collaboriamo da anni e che si occupano di ricercare e conservare i cimiteri di guerra sia della prima che della seconda guerra mondiale”, spiega Gianfranco Simonit, responsabile della sezione ricerche storiche del gruppo.

Le vittime non sarebbero solo italiane. Si parla di un esercito sepolto composto da circa 15-20mila scheletri si diverse nazionalità, tra cui anche ungheresi, tedeschi e rumeni. Secondo i ricercatori russi, Alexey Ivakin e Andrey Ogoljuk, i cadaveri si troverebbero lungo la ferrovia transiberiana perché morti di freddo, fame e stenti anche durante il viaggio in treno.

Il Piccolo è stato il primo a riportare la notizia e ha intervistato Simonit: “A quanto risulta sono state trovate alcune medagliette di italiani. La fossa era in un terreno di prossima edificazione: dopo i primi scavi, sono emersi teschi e ossa a meno di mezzo metro”. E aggiunge: “Ho informato il 15 giugno la direzione dell’Onorcaduti di Redipuglia e due settimane dopo ci è stato assicurato che l’ambasciata a Mosca era stata avvertita, ma ai nostri contatti in Russia non risultavano novità: le ambasciate di Germania, Ungheria e Romania sono intervenute subito”. Anche scaramucce diplomatiche tra stati quindi. Forse la Russia non ha nessuna intenzione di disvelare ulteriori crimini commessi dal regime sovietico e per questo motivo è importante che l’intervento del governo italiano, e in particolare del Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni sia tempestivo e deciso. O che almeno arrivi prima delle ruspe pronte ad edificare case su un pezzo di storia che deve essere reso noto e che non può essere seppellito. Per l’onore dei soldati che vi hanno combattuto e che lì sono caduti.

Aurelio Pagani

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3 comments

Paolo Insanity 21 Settembre 2016 - 3:23

L’intervento del ministero degli esteri sarà, come al solito, un assordante silenzio. Ancora una volta a dimostrare il peso politico delll’italia (volutamente minuscolo per quanto dimostrato dal ’45 ad oggi) sullo scacchiere internazionale. Questo a patto che Barack “Osama” non chieda all’italia di mostrare i muscoli per rafforzare la posizione anti-russia dell’occidente, quando gli USA non possono farlo direttamente perché erano loro alleati.

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Ciro 7 Ottobre 2016 - 7:16

Ma sono giovani dispersi da oltre settantanni. Giovani strappati alle loro famiglie per una guerra senza alcun senso, se non quello di un’idea di un folle maniaco razzista, di voler conquistare territori e Stati e, quindi, selezionare razze tipo: cani, cavalli, etc.
Cosa volete che che i Governi europei se ne fregano, queste vittime sono acqua passata, vittime dimenticate. Si, dimenticate solo perché non appartengono ai nostri politici, ovvero, i loro congiunti più stretti, ovviamente, si sono estinti.
Questa è una vergogna storica, così come lo è stato l’olocausto e tutto ciò che ha determinato la disastrosa, immonda, seconda guerra mondiale.
Che Dio possa maledire in perpetuo tutti gli esseri umani progettisti di stragi e genocidi.

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franco arrighi 28 Dicembre 2016 - 7:49

Il mio commento è di dare una degna sepoltura a tutti indistintamente e separatamente ,anche per dargli un nome a ciascun soldato che a sofferto edè morto, per una guerra inutile di un folle maniaco razzista ,di volere conquistare il mondo .

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