Roma, 14 set – L’ansia di suicidarsi etnicamente, con tutto quel che ne consegue in termini di complessi collettivi e colpa storiografica mal elaborata, porta la Germania a eccessi di zelo decisamente divertenti. L’ultima arriva da Buchenwald, l’ex campo di concentramento in cui i tedeschi avrebbero sistemato 21 migranti.
La decisione di ospitare i clandestini, in attesa di conoscere il responso della loro domanda d’asilo, nell’ex lager ha scatenato polemiche. In realtà gli edifici della struttura non sono più quelli originali, rasi al suolo, ma casette costruite negli anni ‘50. La brillante idea è stata presa a gennaio dal sindaco della città. Miriam Spitzer, 77 anni, di Tel Aviv, ha duramente criticato l’originale soluzione: “Se la Germania ha deciso di accogliere migranti, lo faccia in luoghi più idonei. Quel campo di concentramento va conservato come tale. È un museo per ricordare la tragedia, non può trasformarsi in un luogo di alloggio”.
Roberto Derta
Sbarchi, la soluzione tedesca: migranti mandati a Buchenwald
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