In realtà in Siria attacchi con il gas ce ne sono stati, almeno uno accertato fino ad ora,ma a dimostrare la falsità delle accuse, immediatamente addossate a Damasco, tra gli altri, si schierò il premio Pulitzer, Seymour Hersh che in una sua inchiesta, riportata anche in Italia, dimostrò che l’attacco con armi chimiche che il 21 agosto 2013 colpì Ghouta, fu in realtà opera dei ribelli e dalla Turchia per scatenare la reazione americana contro il regime siriano. Il noto giornalista investigativo riporta nella sua inchiesta quanto gli ha riferito una sua fonte, ovvero che i servizi segreti britannici e quelli russi ebbero le prove che gli agenti chimici utilizzati nell’attacco non provenivano dall’arsenale siriano, bensì dai ribelli. Ed addirittura che l’intelligence statunitense era al corrente del fatto che i qaedisti di al-Nusra stavano producendo armi chimiche in collaborazione con la Turchia. Persino l’Iran aveva messo in guardia l’occidente sul pericolo che i terroristi, supportati e finanziati da Turchia e Arabia Saudita, potessero realizzare attacchi chimici in Siria, il generale di brigata e ministro della Difesa Hossein Dehqan dichiarò che “gli Usa hanno ignorato gli avvertimenti di Teheran circa gas Sarin che veniva portato in Siria otto mesi fa, praticamente spianando la strada per attacchi chimici in Siria”. Il Sarin è un gas nervino inodore e incolore classificato come arma chimica di distruzione di massa. Un’adeguata concentrazione di vapori è in grado di attraversare la pelle, rendendo non sufficiente l’uso di una maschera antigas. Il 20 marzo 1995, il sarin fu utilizzato per l’attacco terroristico alla metropolitana di Tokyo con effetti devastanti.
Alberto Palladino