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Gli Stati Uniti possono davvero muovere guerra all’Iran?

by La Redazione
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Teheran, 18 mag – Tutti ne parlano: da quando, l’8 maggio 2018, gli Stati Uniti si sono ritirati unilateralmente dall’accordo nucleare con l’Iran – accordo che in realtà non è mai stato seriamente implementato né dagli Stati Uniti né dall’Unione Europea – sono aumentate le tensioni tra Stati Uniti e Iran, risultate in un dispiegamento americano delle proprie forze militari verso il Golfo Persico, tra cui la portaerei Abraham Lincoln e i cacciabombardieri B-52, tanto da far pensare a un imminente attacco americano nei confronti dell’Iran.

Khamenei: “Non ci sarà nessuna guerra”

È tuttavia lecito dubitare di un attacco americano all’Iran, in considerazione del fallimento americano nel sostenere il golpe in Venezuela e, ancora più importante, della disfatta delle politiche e ingerenze americane in Asia occidentale, soprattutto in Siria e nello Yemen.
Per comprendere meglio cosa pensano gli iraniani di un eventuale attacco americano, è utile tenere presente ciò che ha detto la Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Khamenei, nel suo recente discorso del 14 maggio 2019. In tale occasione ha affermato che né l’Iran né gli Stati Uniti cercano la guerra, ribadendo ciò che ha dichiarato varie volte e altresì in un discorso tenuto il 13 agosto 2018: “Non ci sarà nessuna guerra. Perché? Perché in una guerra ci sono due parti: da una parte ci siamo noi e dall’altra gli Stati Uniti. Così come non lo siamo mai stati in precedenza, non saremo mai coloro che incominciano una guerra”. La Guida suprema ha quindi spiegato che le guerre e gli attacchi subiti in passato (per esempio la guerra imposta Iraq-Iran) dalla Repubblica islamica erano stati cominciati dall’avversario, sottolineando che l’Iran non darà mai il via a una guerra. Per quanto riguarda la parte americana, la Guida ha affermato: “Gli Stati Uniti non scateneranno una guerra perché suppongo che gli americani siano consapevoli del fatto che se incominciano una guerra qua, questa finirebbe al cento per cento a loro danno: la Repubblica islamica e la nazione iraniana hanno infatti dimostrato che qualsiasi attacco subiscano, la risposta sarà un colpo maggiore. Questo è quello che è successo finora. Gli Stati Uniti ci hanno attaccato una volta: ricordate, l’operazione Eagle Claw nel deserto di Tabas nel 1980? Se la sono fatta sotto e sono dovuti tornare a casa! È vero che ci sono molte cose che gli americani non capiscono, ma penso non siano così incompetenti da non capire questo. Non ci sarà una guerra; certamente non ci sarà”.

La presenza Usa nel Golfo Persico

Anche oggi è con questo spirito che la nazione iraniana vede la presenza americana nel Golfo Persico, un tentativo quello americano di riportare gli iraniani al tavolo dei negoziati, indebolirne la capacità difensiva e l’influenza sugli altri movimenti della regione che si oppongono alle ingerenze straniere, come il popolo siriano e yemenita. Tuttavia la storia ha dimostrato, a tutti, non solo agli iraniani, che gli americani non sono affidabili, pertanto non ci sarà nessuno ritorno ai negoziati, come non ci sarà nessuna guerra, questo è ciò di cui sono convinti gli iraniani.

I resti degli elicotteri americani coinvolti nell’operazione Eagle Claw – nonostante il piano fosse stato elaborato in modo minuzioso fin nei minimi dettagli, una serie di eventi, in parte imprevisti, il principale dei quali un’improvvisa ed inaspettata tempesta di sabbia, ne determinò il fallimento.

Hanieh Tarkian

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Commodo 18 Maggio 2019 - 11:28

Purtroppo, e come hanno già ampiamente dimostrato, gli USA sono in grado, se vogliono di muovere guerra a chiunque! E non solo militarmente! Basta guardare sotto che razza di pesantissimo tallone tengono tutt’ oggi l’Europa dei paesi vinti nel 45, decidendo loro chi e come deve governare! Chi è “politicamente corretto” e chi no! Chi è “Stato canaglia” e chi no! Giudicano, come l’ Onnipotente, e non sono giudicati! Gli Stati vinti, e non solo loro, non possono dotarsi di un arsenale nucleare proprio, quindi, non hanno nessuna forza deterrente! Un diplomatico Americano, il cui riverito nome mi sfugge, disse: ” La diplomazia, senza una reale e temibile forza deterrente militare alle spalle, è solamente un mare di chiacchiere!” E, se lo dice lui! Da vecchio anticomunista io penso che oggi bisognerebbe mettere in pratica una secolare tradizione Italiana. Una politica nella quale il Mondo intero, a torto o a ragione, ci riconosce maestri indiscussi: il ribaltamento d’amble’ di trattati, alleanze e parole date. Correre, appena si può con i “Paesi Visegrad” , patto d’ acciaio con la Russia di Putin, e dotarsi di una propria “force de frappe” che ci consenta di essere, se Dio vuole! Padroni in casa nostra!!!

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