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Ungheria, libri patriottici nelle scuole: la rivoluzione culturale di Orban

by Chiara Soldani
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Ungheria

Budapest, 4 feb – Libri di testo nazionalisti e antieuropei: ecco l’ultima novità nella dissidente Ungheria. Grazie alla riforma dell’istruzione pubblica, i libri scolastici dovranno essere pubblicati esclusivamente dal Centro statale dello sviluppo dell’istruzione (Ofi). Banditi, quindi, i libri di editori privati. L’ultima riforma firmata dal governo di Viktor Orbán è perfettamente in linea con la sua politica: dunque coerente. E alla luce delle numerose intromissioni extra scolastiche, della propaganda gender e immigrazionista (anche in Italia), l’Ungheria mette a segno un risultato importante: dalle parole ai fatti.

Così, dopo aver fatto sloggiare l’Università del nemico Soros, la Ceu, che ha dovuto trasferire tutti i corsi a Vienna poiché non rinnovata la sua licenza, il governo ungherese ben progredisce sulla linea tracciata. Banditi i corsi gender con conseguente propaganda dagli atenei, ora è il turno dei contenuti scolastici. “Questo studio non coincide con la filosofia del nostro governo”, ha detto il portavoce Zoltan Kovacs. Motivo per il quale, per decreto governativo, sono state cancellate cattedre dalla facoltà di sociologia. I testi scolastici resi obbligatori, svelano quelle tematiche e valori oggi tanto bistrattati fra i banchi di scuola. Si riscopre l’orgoglio patriottico, il nazionalismo e si rivela il vero volto dell’immigrazione.

Immagini di degrado fuori dalla stazione ferroviaria di Budapest, campeggiano nella sezione “multiculturalismo”. Di fianco, stralci di discorso pronunciato dal primo ministro. L’auspicio è che l’Ungheria resti “un Paese omogeneo per cultura, mentalità, abitudini di civiltà: valori che non desideriamo sacrificare“, dice Orban. Inevitabili proteste sul presunto fare dittatoriale perpetrato dal governo: in realtà Orban e i suoi, svelano quel “lato oscuro”, dati i tempi, da definirsi politicamente scorretto. Servirebbe uno slogan per sintetizzare l’operato del primo ministro ungherese. Slogan che potrebbe essere “prima l’Ungheria”: qualcosa che, di fatto, gli sta riuscendo molto bene.

Chiara Soldani

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1 commento

Ágnes Bencze 4 Febbraio 2019 - 5:40

Ma cara Autrice, dove le ha prese queste “informazioni”, queste “notizie”???
Io vivo in Ungheria e seguo abbastanza attentamente gli eventi del mio Paese… ma questo cosí, come e’ presentato da Lei, semplicemente non mi risulta da nessuna fonte ungherese credibile.
Invece, proprio ieri ho avuto il dispiacere di incontrare in rete un articolo di denigrazione pura, pubblicata su Il Sole 24 ore, che nel contenuto coincide abbastanza su quanto scritto da lei.
Direi che sarebbe grave se tutto cio’ fosse vero… invece, pare che sia falso.
Lei legge in ungherese? In caso di sí, le consiglio, per esempio questo:
https://hvg.hu/itthon/20190131_35_millio_tankonyv_tunhet_el_az_iskolakbol

E’ un articolo di un settimanale ferocemente anti-Orbán, relativo alla vicenda dei testi scolastici…
1) Se fosse vero che saranno banditi tutti i libri pubblicati da editori privati, questa rivista sicuramente lo direbbe chiaramente e in toni allarmati. Invece non e’ cosí. Che cosa e’ successo, invece? Che una parte dei libri pubblicati da editori privati non sara’ piu’ inserita negli elenchi di quei libri scolastici che lo stato fornisce GRATIS agli studenti. Cioe’ non sono esclusi, semplicemente saranno a pagamento. E comunque NON TUTTI.
2) Se fosse vero che la novita’ piu’ grande e’ il “contenuto patriottico”, HVG denuncerebbe anche questo, sempre con toni allarmati. Invece, silenzio totale sui presunti “messaggi nazionalisti ed antieuropei”. Invece si parla di critiche che riguardano la qualita’, ma anche questa viene descritta come “migliorata rispetto agli ultimi controlli”.

Perché una testata visibilmente non ostile nei confronti del governo ungherese attuale deve assoiarsi alla diffusione dei luoghi comuni falsi?

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