Il โNational Military Strategy of the United States of America 2015โ prende il posto del precedente, edito nel 2011, e fissa le linee guida della strategia americana descrivendo โCome impiegheremo le nostre forze militari per proteggere e favorire i nostri interessi nazionaliโ e sottolineando come โDobbiamo essere capaci di adattarci rapidamente alle nuove minacce restando nel contempo in posizione di vantaggio rispetto a quelle tradizionaliโ non dimenticando che il successo dipenderร da โcome lo strumento militare potrร supportare efficacemente gli altri strumenti di potere e rendere possibile la rete di partner e alleatiโ.
Le 17 pagine del documento presentano, in un linguaggio molto semplice ma non scevro dalla solita retorica patriottica americana, quelle che sono le nuove minacce per gli interessi americani: oltre agli Stati che โmettono alla prova le norme internazionaliโ si parla di organizzazioni estremiste violente e, anche qui come nel nostro โLibro Biancoโ della Difesa, di una minaccia ibrida in grado di usare entrambe le tattiche militari: tradizionali ed asimmetriche.
Oltre a questo viene fatta unโanalisi del mutato panorama strategico mondiale individuando cosรฌ tre fattori chiave: la globalizzazione che permette lโaccesso a gruppi organizzati ad un sempre maggiore numero di informazioni impiegandole cosรฌ in chiave โviolentaโ, la diffusione della tecnologia che ha permesso a Nazioni โcanagliaโ di vedere aumentata la propria capacitร offensiva e i flussi demografici, individuati come fattore di rischio a causa โdellโalienazione, differenza culturali e malattieโ che provocano allโinterno degli Stati che li subiscono, creando cosรฌ motivo di instabilitร allโinterno degli stessi; il riferimento esplicito รจ qui rivolto alla situazione in Africa e Medio Oriente.
Ma quello che ci preme sottolineare รจ come, nonostante queste nuove minacce, nel documento del Pentagono ne vengano individuate altre di tipo convenzionale prioritarie rispetto agli interessi e sicurezza americani. Queste sono rappresentate, indicate in ordine di importanza, dalla Russia, dallโIran, dalla Corea del Nord e dalla Cina.
In particolare viene qui affermato come la Russia, nonostante sia stata molto attiva negli ambiti di controterrorismo e lotta al traffico di narcotici, rappresenti la minaccia principale per gli Usa a causa del โnon rispetto della sovranitร dei suoi vicini e della volontร di usare la forza per ottenere i suoi scopiโ. Risulta evidente qui il riferimento alla situazione in Ucraina, e questo lascia presagire che la politica americana intenderร , non solo continuare, ma aumentare il proprio sforzo militare per cercare di risolvere la situazione in Europa dellโest a proprio vantaggio. Come nota a margine in questa sezione viene indicata anche il non rispetto, da parte russa, del trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio; citazione riteniamo scaturita dal recente dispiegamento in Russia del nuovo ICBM Rs-24 โYarsโ, evoluzione del โTopol-Mโ.
LโIran, nonostante il suo sforzo nella lotta allโIsis in Siria, viene comunque visto come uno sponsor del terrorismo mondiale oltre che una minaccia atomica nellโimmediato futuro al pari della Corea del Nord, ritenuta dal Pentagono essere in grado di disporre di tecnologie missilistiche tali da poter, non solo coinvolgere i suoi vicini (Giappone e Corea del Sud), ma anche lo stesso territorio metropolitano statunitense.
Discorso a parte il capitolo cinese: gli Usa riconoscono i cambiamenti economici voluti da Pechino, anzi, li incoraggiano, ma sottolineano come il rinnovato imperialismo nellโarea del Pacifico, volto allโaccaparramento delle ingenti risorse di gas nella zona del Mar Cinese Orientale e Meridionale, costituisca un motivo di tensione per gli Stati Uniti e i suoi alleati oltre che per la comunitร internazionale tutta.
Ad onor del vero si puรฒ leggere anche che โnessuna di questa nazioni รจ ritenuta ricercare un conflitto diretto con gli Stati Uniti e i suoi alleati, ma ciascuna di esse pone dei seri problemi di sicurezza che la comunitร internazionale cerca di risolvere con politiche comuni, messaggi condivisi e azioni coordinateโ.
In sostanza dalla lettura del documento programmatico traspare la volontร americana di ritornare protagonisti a livello mondiale e quindi di porsi, ancora una volta, come lโunica potenza egemone in grado di โstabilizzare le aree di crisiโ e quindi, effettivamente, di imporre la propria volontร politica e commerciale.
Questo avrร sicuramente ripercussioni sia sul piano strategico, che sul piano tattico in quanto occorrerร che lโAmerica rimetta mano alle spese militari per aggiornare e implementare i sistemi dโarma che dovranno far fronte a queste nuove, e vecchie, minacce.
Paolo Mauri
Usa: il nemico รจ la Russia
34