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Usa: il nemico รจ la Russia

by Paolo Mauri
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DF-ST-87-06962Washington, 7 lug โ€“ Il primo luglio scorso il segretario alla Difesa degli Usa, Ashton Carter, ed il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Martin Dempsey, hanno presentato il piano programmatico della difesa americana per i prossimi 4 anni.
Il โ€œNational Military Strategy of the United States of America 2015โ€ prende il posto del precedente, edito nel 2011, e fissa le linee guida della strategia americana descrivendo โ€œCome impiegheremo le nostre forze militari per proteggere e favorire i nostri interessi nazionaliโ€ e sottolineando come โ€œDobbiamo essere capaci di adattarci rapidamente alle nuove minacce restando nel contempo in posizione di vantaggio rispetto a quelle tradizionaliโ€ non dimenticando che il successo dipenderร  da โ€œcome lo strumento militare potrร  supportare efficacemente gli altri strumenti di potere e rendere possibile la rete di partner e alleatiโ€.
Le 17 pagine del documento presentano, in un linguaggio molto semplice ma non scevro dalla solita retorica patriottica americana, quelle che sono le nuove minacce per gli interessi americani: oltre agli Stati che โ€œmettono alla prova le norme internazionaliโ€ si parla di organizzazioni estremiste violente e, anche qui come nel nostro โ€œLibro Biancoโ€ della Difesa, di una minaccia ibrida in grado di usare entrambe le tattiche militari: tradizionali ed asimmetriche.
Oltre a questo viene fatta unโ€™analisi del mutato panorama strategico mondiale individuando cosรฌ tre fattori chiave: la globalizzazione che permette lโ€™accesso a gruppi organizzati ad un sempre maggiore numero di informazioni impiegandole cosรฌ in chiave โ€œviolentaโ€, la diffusione della tecnologia che ha permesso a Nazioni โ€œcanagliaโ€ di vedere aumentata la propria capacitร  offensiva e i flussi demografici, individuati come fattore di rischio a causa โ€œdellโ€™alienazione, differenza culturali e malattieโ€ che provocano allโ€™interno degli Stati che li subiscono, creando cosรฌ motivo di instabilitร  allโ€™interno degli stessi; il riferimento esplicito รจ qui rivolto alla situazione in Africa e Medio Oriente.
Ma quello che ci preme sottolineare รจ come, nonostante queste nuove minacce, nel documento del Pentagono ne vengano individuate altre di tipo convenzionale prioritarie rispetto agli interessi e sicurezza americani. Queste sono rappresentate, indicate in ordine di importanza, dalla Russia, dallโ€™Iran, dalla Corea del Nord e dalla Cina.
In particolare viene qui affermato come la Russia, nonostante sia stata molto attiva negli ambiti di controterrorismo e lotta al traffico di narcotici, rappresenti la minaccia principale per gli Usa a causa del โ€œnon rispetto della sovranitร  dei suoi vicini e della volontร  di usare la forza per ottenere i suoi scopiโ€. Risulta evidente qui il riferimento alla situazione in Ucraina, e questo lascia presagire che la politica americana intenderร , non solo continuare, ma aumentare il proprio sforzo militare per cercare di risolvere la situazione in Europa dellโ€™est a proprio vantaggio. Come nota a margine in questa sezione viene indicata anche il non rispetto, da parte russa, del trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio; citazione riteniamo scaturita dal recente dispiegamento in Russia del nuovo ICBM Rs-24 โ€œYarsโ€, evoluzione del โ€œTopol-Mโ€.
Lโ€™Iran, nonostante il suo sforzo nella lotta allโ€™Isis in Siria, viene comunque visto come uno sponsor del terrorismo mondiale oltre che una minaccia atomica nellโ€™immediato futuro al pari della Corea del Nord, ritenuta dal Pentagono essere in grado di disporre di tecnologie missilistiche tali da poter, non solo coinvolgere i suoi vicini (Giappone e Corea del Sud), ma anche lo stesso territorio metropolitano statunitense.
Discorso a parte il capitolo cinese: gli Usa riconoscono i cambiamenti economici voluti da Pechino, anzi, li incoraggiano, ma sottolineano come il rinnovato imperialismo nellโ€™area del Pacifico, volto allโ€™accaparramento delle ingenti risorse di gas nella zona del Mar Cinese Orientale e Meridionale, costituisca un motivo di tensione per gli Stati Uniti e i suoi alleati oltre che per la comunitร  internazionale tutta.
Ad onor del vero si puรฒ leggere anche che โ€œnessuna di questa nazioni รจ ritenuta ricercare un conflitto diretto con gli Stati Uniti e i suoi alleati, ma ciascuna di esse pone dei seri problemi di sicurezza che la comunitร  internazionale cerca di risolvere con politiche comuni, messaggi condivisi e azioni coordinateโ€.
In sostanza dalla lettura del documento programmatico traspare la volontร  americana di ritornare protagonisti a livello mondiale e quindi di porsi, ancora una volta, come lโ€™unica potenza egemone in grado di โ€œstabilizzare le aree di crisiโ€ e quindi, effettivamente, di imporre la propria volontร  politica e commerciale.
Questo avrร  sicuramente ripercussioni sia sul piano strategico, che sul piano tattico in quanto occorrerร  che lโ€™America rimetta mano alle spese militari per aggiornare e implementare i sistemi dโ€™arma che dovranno far fronte a queste nuove, e vecchie, minacce.
Paolo Mauri

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