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Usa, praticavano la mutilazione genitale su bambine: arrestati tre medici musulmani

by La Redazione
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mutilazione genitale femminileWashington, 11 giu – Tre medici nel Michigan sono stati arrestati con l’accusa di aver praticato clandestinamente la mutilazione genitale femminile in una struttura di proprietà di uno dei tre. Si tratta del primo caso federale del genere negli Stati Uniti e ha coinvolto il Dr. Fakhruddin Attar, la moglie Farida Attar e la Dr.ssa Jumana Nagarwala, che avrebbe praticato l’operazione mentre gli altri due assistevano.

I tre sono tutti membri della setta islamica Dawoodi Bohra, originaria dell’India i cui membri sono soliti utilizzare la pratica. Ad Aprile del 2016 il leader spirituale della Dawoodi Bohra ha, come riporta il Times of India, invitato i suoi fedeli ad eseguire la mutilazione genitale di nascosto nei paesi dove essa è illegale. Come si legge sulla denuncia, la dottoressa Nagarwala è stata identificata da due ragazzine, entrambe di sette anni, provenienti dallo stato del Minnesota e portate da un genitore a Detroit per “una gita”. Qui hanno subito la visita della dottoressa con la scusa di “rimuovere i germi”, dalla testimonianza si evince che l’operazione riguardava i genitali delle due bambine. Una delle due ha dichiarato agli investigatori di aver sentito un dolore tale da “non riuscire quasi più a camminare” dopo l’operazione. Sempre dalla testimonianza delle ragazze, queste sarebbero state invitate a non parlare con nessuno di quanto successo. Un medico forense ha esaminato le due ragazze e ha confermato che queste hanno subito gravi danni ai genitali. La Nagarwala si è difesa al processo asserendo di aver solo “rimosso della membrana”. La moschea cui appartengono i tre ha dichiarato di condannare il gesto e di voler collaborare con le autorità.

Secondo gli investigatori è probabile che almeno 100 ragazzine siano state vittime della clinica dei coniugi Attar, ma per via della natura segreta della pratica è difficile reperire prove. La mutilazione genitale femminile è la rimozione, spesso dolorosa, di parti degli organi genitali delle donne, spesso bambine, per i più svariati scopi, tra cui la falsa credenza che abbia dei benefici per la salute o che possa inibire la sessualità femminile. Secondo l’Unicef almeno 200 milioni di donne nel mondo oggi hanno subito questa pratica, principalmente in Africa e nei paesi islamici dell’Asia, con la Somalia al primo posto.

Edoardo Pasolini

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