Washington, 6 nov – Il governo americano toglie i food stamps, i buoni alimentari destinati ai cittadini indigenti. I repubblicani, maggioranza alla Camera, hanno imposto il taglio dei fondi che ammontavano a 4 miliardi di dollari che riguardavano circa 47,8 milioni di cittadini americani. Fino a cinque anni fa gli assistiti erano 28,2 milioni. “Ci sono voluti anni per conseguire questo risultato, ma finalmente ci siamo“, ha dichiarato trionfalmente il deputato Frank Lukas che più di ogni altro ha lottato per giungere a questo traguardo. Il Supplemental Nutrition Assistance Program (Snap), il piano approvato nel 2009 per arginare la povertà diffusa negli Stati Uniti, viene così abolito con una votazione che lo ha giudicato troppo oneroso per le casse statali.
In media una famiglia di tre persone subirà così un taglio di 29 dollari mensili, una cifra apparentemente risibile, ma che in realtà rischia di avere effetti drammatici per molti statunitensi. Un duro colpo assestato però anche al governo di Obama, mai come adesso incapace di imporsi alla Camera. Al Senato l’esito potrebbe essere ribaltato ma in realtà buona parte dei democratici sono favorevoli ai tagli, per quanto a loro avviso da ridimensionare. Sta di fatto che il 15% dei cittadini statunitensi che secondo il Census Bureau vive in stato di povertà, in seguito a questi provvedimenti, rischia di essere lasciato solo di fronte all’incapacità di provvedere ai propri bisogni alimentari. Un dato impressionante che si aggiungere a quanto riportato dal Dipartimento dell’Agricoltura: nel 2012 quasi 18 milioni di persone con famiglia per molti giorni dell’anno sono state senza mangiare.
Dalla guerra alla povertà alla guerra ai poveri, sembra questa la strada intrapresa dagli Stati Uniti secondo quanto affermato da Paul Krugman sul New York Times che ha intitolato un suo editoriale: “A war on the poor” e che un mese fa scriveva dalle stesse colonne “Free to be hungry”, liberi di essere affamati.
Eugenio Palazzini