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Yemen: la guerra privata dei sauditi, un Vietnam arabo

by Alberto Palladino
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Sana’a, 31 mar – Nello Yemen infuria da tre anni la “guerra privata dei Saud”. Una guerra iniziata il 25 marzo del 2015 quando l’Arabia Saudita, alla testa di un drappello di alleati regionali aveva invaso il piccolo stato yemenita incastrato geograficamente tra l’Oman alleato di Riyadh e l’Arabia Saudita stessa.
A scaturire l’aggressione la pretesa del ripristino della “legittimità” politica in Yemen dopo la caduta dell’allora presidente Abdrabbuh Mansour Hadi dimessosi dopo l’inizio dell’insurrezione degli Houti del nord ovest del paese.
Gli attacchi da subito hanno preso di mira i civili yemeniti e le infrastrutture. Ospedali, scuole, università, centri commerciali, persino spiagge, campi agricoli, pescherecci – molti dei quali sono fonti di sostentamento per le persone – ponti, centri di comunicazione strategici, centrali elettriche, riserve idriche e altri sono stati distrutti sia dai raid aerei che dalla marina saudita.
Sebbene i portavoce delle forze armate saudite e del governo di Riyadh si siano sempre affrettati a smentire voci sul coinvolgimento di civili nei bombardamenti e abbiano sempre dichiarato che gli attacchi fossero mirati solo a siti militari, l’alto numero di morti tra la popolazione dimostrerebbe il contrario. D’altra parte, i danni alle aree residenziali, testimoniati in migliaia di file video, mostrano una realtà diversa fatta di operazioni “tabula rasa” sulle città in violazione delle più elementari leggi internazionali.
Inoltre si fanno sempre più pressanti le testimonianze dell’ utilizzo da parte saudita di “armi proibite” soprattutto “bombe a grappolo” e gas. A questo proposito, Amnesty International il 30 ottobre 2015 ha riferito esplicitamente che gli aggressori sauditi hanno usato le bombe a grappolo vietate nelle zone residenziali dello Yemen. L’Organizzazione per i diritti umani delle Nazioni Unite ha invece reso noti i rapporti sulla violazione della legge umanitaria da parte dei sauditi in Yemen. Secondo queste organizzazioni internazionali, il loro utilizzo avrà effetti devastanti e a lungo termine sul paese e sulle sue generazioni future. Molti bambini nati in questi ultimi mesi in Yemen si trovano ad affrontare disabilità e altri gravi problemi fisici dovuti al contatto con questi dispositivi.
L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari ha affermato che 22,2 milioni di persone yemenite (il 76% della popolazione) hanno bisogno di aiuti umanitari e che la cifra è aumentata di 1,5 milioni negli ultimi sei mesi. La carestia è ormai un realtà in tutto il paese, 8,4 milioni di persone soffrono di fame in ben 72 province su 95.
Il rapporto pubblicato dalla Associated Press del 23 giugno ha documentato l’esistenza di almeno 18 prigioni segrete nel sud dello Yemen, gestite da personale degli Emirati Arabi Uniti. Queste prigioni si troverebbero in basi militari, porti, alcuni aeroporti e ville, e persino nei night club. Gli Emirati gestirebbero almeno due “strutture di detenzione illegali” nello Yemen, e le notizie indicano che alcuni detenuti sarebbero stati trasferiti in una base in Eritrea. Finora, più di 400 persone sono scomparse in queste prigioni. È stato riferito che numerosi metodi di tortura sono stati impiegati in queste prigioni.

“Lo Yemen – spiega Sadegh Al-Sharafi, membro del movimento di Ansarallah – versa in una situazione critica a causa degli attacchi americani e sauditi e vive una crisi umanitaria gravissima soprattutto dopo la chiusura dei canali per il trasporto del cibo e dei medicinali primari e quelli per reni e cuore. Con queste mancanze di igiene e medicinali si sono ripresentate varie malattie come il colera e il tifo che si sono espanse in molte città, la mancanza di medicinali mette in crisi gli ospedali che sono stati obbligati a chiudere perché non potevano dare nessun tipo di assistenza medica ai cittadini. Inoltre lo Yemen – continua – viene attaccato anche da un punto di vista biologico cercando di colpire i condotti dell’acqua con veleni e prodotti chimici pericolosi per i cittadini, vengono inoltre usati gas e armi proibite a livello internazionale che portano a creare nella gente malformazioni genetiche e fisiche. Tante cose sono state danneggiate in Yemen colpendo le strade principali e i ponti più importanti, è rimasto solamente un porto dove arrivano alimenti ma anche li vengono proibiti tanti prodotti importanti come le vitamine che aiutano i bambini a crescere, e varie medicine che servono a combattere la malnutrizione della popolazione e la soglia di malnutrizione nei bambini supera il 25%, più di 15.000 abitanti sono sotto la soglia della povertà e soffrono la fame e non si riesce procurare del cibo. L’assedio contro lo Yemen è gravissimo, vengono bloccati i medicinali e nessuno denuncia tutto ciò. Dicono che bloccano le armi ma il problema principale è il cibo e le medicine, un diritto fondamentale negato. Purtroppo in Europa non riescono capire bene la questione dello Yemen perché ai media l’America passa informazioni e notizie false. L’America è la prima ad essere coinvolta in questa è colpevole di tutto ciò ed è l’America che usa armi proibite quando sa bene che il loro uso è un crimine di guerra”.
Sulla vicenda yemenita non si è tuttavia scatenata la battaglia mediatica e politica che ha preso vita in Siria e ad oggi l’Arabia Saudita sta costruendo un “piccolo Vietnam arabo” nella più totale connivenza internazionale.
Alberto Palladino

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