Roma, 19 dic – Scriveva Gramsci che il lavoratore deve sempre diffidare del giornale. E deve farlo perché esso è il giornale dei padroni, che deve di necessità universalizzare e glorificare il punto di vista – e, quindi, l’interesse – dei padroni stessi. Se Gramsci fosse qui tra noi, vedrebbe oggi confermata la propria tesi. In generale, certo. Ma a maggior ragione con la vicenda delle proteste galliche dei lavoratori e dei ceti medi, che, tra scioperi e cortei di piazza, stanno letteralmente mettendo a ferro e fuoco la Francia. Quasi come se si trattasse, a ben vedere, di un ritorno delle “giubbe gialle”.
La diffamazione de La Stampa
Come sono state interpretate queste gloriose proteste del basso contro l’alto, dei lavoratori nazionali contro i parassiti cosmopoliti dai nostri quotidiani? “Francia, così le proteste fanno emergere il lato bestiale delle persone”: questo il titolo del rotocalco sabaudo, ma sempre più cosmopolita, “La Stampa”, che i torinesi affettuosamente appellano, da sempre, “la bugiarda”. Non poi molto diversi i titoli degli altri quotidiani nazionali, che inappellabilmente tendono o a minimizzare le proteste, liquidandole come cosa di poco conto, o a demonizzarle tout court, presentandole come il ritorno della barbarie nel regno di Eurolandia.
Greta e le sardine vengono celebrati
Chi protesta in nome dei diritti sociali e della democrazia, in nome del lavoro e dei salari non è nemmeno più rubricato come “sovranista” o come “populista”: è direttamente diffamato come “bestia”. Insomma, è sempre la stessa storia. La voce del padrone e i signori della parola sempre celebrano le proteste che non sfiorano i reali rapporti di forza o che, addirittura, li rinsaldano: ecco, dunque, la celebrazione a tutta pagina che la chiacchiera giornalistica ha operato e continua senza posa a operare di Greta e di Olga, di Carola e, dulcis in fundo, delle Sardine.
Per converso, al cospetto delle giubbe gialle, prima, e delle nuove proteste di piazza galliche, ora, il potere e i suoi pretoriani oranti e scriventi procedono in direzione opposta: demonizzazione, condanna, ostracizzazione. Ciò è, naturalmente, la spia che ci segnala che in Francia qualcosa di importante sta accadendo. Che qualcosa si è risvegliato. E che non lo fermeranno certo le chiacchiere giornalistiche e i pugni sul tavolo del padronato cosmopolitico. Forse, con la bella immagine di Hegel, la splendida aurora di un nuovo orizzonte sarà ancora una volta annunziata dal canto del gallo francese.
Diego Francese
4 comments
Attenzione: qualcuno osservava e osserva che il padrone ce l’ hanno solo i cani. Quindi stanno giocando davvero sul pesante.
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Abolire la patrimoniale (ISF) – anche se faceva scappare i ricchi in Belgio, Svizzera, Russia – non è perdonabilee in un paese di mangialumache viziati col tasso di sinistronzismo nel sangue all’ennesima potenza.
A questi il comunismo je spiccia casa.
Bene, mettiamo la patrimoniale sulla liquidità individuale presente oltre una certa cifra (quale?), ma dopo, chi creerà altro debito impagabile dove lo infili?! Vai tranquillo Evar che gli “aspiratori” sono in piena funzione da un pezzo, ma purtroppo in modo disequilibrante; come sempre a favore dei soliti. E i veri ricconi, son già via da un pezzo e molti non avevano la liquidità in Italia. Vedi problematica gestione della eredità Agnelli, p.es. La storia non è così semplice…